Si vestono leopardate dalla testa ai piedi, indossano gioielli vistosi e occhiali scuri a qualsiasi ora del giorno o della notte. Si cotonano i capelli e, soprattutto, si avvolgono in pellicce e visoni. Il primo trend di moda del 2024 lanciato da TikTok è anche già il più discusso: The Mob Wife Aesthetic. Cioè: lo stile della “moglie del mafioso“. Massimalista, dark e un filo kitsch. Prevedibilmente, la definizione ha sollevato polemiche e indignazione, ma ciò non impedisce ai video delle creator di diventare virali proponendo outfit che sembrano usciti dalla serie tv I Soprano.
Cos’è lo stile Mob Wife – Il social arrivato dalla Cina è ormai l’arbiter elegantiae dei nostri tempi. Il che la dice lunga sui tempi. Su TikTok nascono (e muoiono) mode, stili e tendenze compressi in video brevi, evocativi e patinati. Il trend The Mob Wife Aesthetic è esploso come risposta all’estetica pulita, leziosa e iperfemminile delle ‘Clean Girls’ o delle ‘Coquette’ che dominavano la piattaforma fino a poco tempo fa. Addio fiocchi, colori pastello e nude make-up: adesso si fa sul serio con tacchi a punta, crocefissi al collo e pizzo nero. La moglie del gangster, stando ai video di TikTok, indossa giacche di pelle, completi maculati e una cascata di gioielli d’oro. Catene, orologi, anelli massicci. Diamanti. Altro che quiet luxury: la GenZ ha ritrovato il gusto dell’ostentazione. E poi, ovviamente, pellicce: sembravamo averle salutate per sempre in nome dell’ambientalismo e invece ecco che ritornano, più vere che mai, ma rigorosamente vintage. Il trend è stato declinato anche in chiave beauty. Il ‘Mob Wife Make-Up’ prevede occhi carichi di ombretto scuro – sì, è tornato lo smokey eye – fard in colori terrosi spolverato con generosità sulle tempie e labbra contornate dalla matita marrone.
Perché l’estetica Mob affascina la Generazione Z – L’icona di riferimento? Carmela Soprano, interpretata da Edie Falco nella famosa serie tv: lei è la moglie del boss originale, con la sua messa in piega vaporosa e la french manicure. Nel 2024, tra l’altro, ricorrono i 25 anni dalla prima messa in onda dei Soprano: o è una straordinaria coincidenza o c’è dietro del marketing geniale. “Vogliamo tutte essere la moglie del boss – dice Mikayla, creator da 14mila follower, facendo l’analisi del trend in un suo video. Frasi pronunciate con un’ingenuità che fa rabbrividire – È una boss lei stessa, ha cose da fare, persone da vedere e non si lascia turbare dalle stupidaggini”. Più che il riferimento estetico, ciò che affascina le adolescenti è un certo tipo di atteggiamento: donne sicure di sé, misteriose, ambiziose e calcolatrici all’occorrenza. Specchio dei tempi che cambiano: se il 2023 è stato “l’anno delle ragazze”, il 2024 è l’anno delle donne che vogliono sentirsi abbastanza sicure da essere sfrontate. Detto questo, c’era bisogno di scomodare la mafia? Potevamo chiamarlo Kitsch-Anni-Novanta, e sarebbe andato bene uguale. Divorziata-con-la-casa-a-Cortina, chessò, o La-Tata-Ma-Coi-Diamanti.
Le polemiche sul trend – Significativamente, il trend è nato negli Stati Uniti e almeno per il momento stenta a decollare in Italia. Comprensibilmente. Il termine mob, in inglese, indica qualunque tipo di organizzazione criminale, ma anche semplicemente una folla violenta. Anche se dal punto di vista culturale non è identica alla criminalità organizzata che conosciamo in Italia, non significa che la parola ‘mob’ sia neutra. Si porta comunque dietro reati, aggressioni, rapimenti e omicidi. Qualcuno lo fa notare nei commenti: “Ma avete presente cosa fa la mafia?” Oppure: “Nessuno vorrebbe essere associato a un’idea del genere”. La polemica, nata in sordina, è montata rapidamente. “Per me è un grande no”, scrive un utente. “Pensano che la mafia sia fatta di uomini italiani sexy e possessivi, non di usurai capaci di scuoiare vivi le persone”, risponde un’altra, alludendo alla trama del film Netflix 365 Giorni, una surreale storia d’amore tra un boss e la donna che ha rapito.
C’era davvero bisogno di rendere glamour anche la mafia? – C’è chi sottolinea che è solo un nome (nessun video incita alla violenza o al crimine) o che, per lo stesso ragionamento, dovremmo criticare anche prodotti mainstream come Gomorra. Ma un conto sono le narrazioni letterarie di un fenomeno, un altro la volontà di rendere non solo accettabile, ma perfino desiderabile, cool, ciò che sta intorno a un’organizzazione criminale. I nomi, poi, non sono mai neutri: definiscono le cose per come le viviamo, spostando i confini di ciò possiamo o vogliamo accettare.
Non è la prima volta che la moda prova a rendere glamour ciò che non dovrebbe esserlo: dall’eroin chic degli anni Novanta fino alle collane a forma di cappio portate in passerella da Givenchy nel 2022. Qui però il sistema moda (intesa come insieme di aziende, brand e creativi) non c’entra nulla. È un trend nato sui social. Sì dirà che le ragazze che scrivono entusiaste “Non vedevo l’ora di vestirmi così!” hanno più in mente il ruolo di Michelle Pfeiffer in Scarface che i clan o le pagine di cronaca. Una mafia in salsa pop, rimasticata oltreoceano, sminuzzata e spolverata di zucchero da blockbuster come il già citato ‘365’ di Netflix. C’è dell’ingenuità, sicuramente, più che della malizia. Ma, sicuramente, un po’ di consapevolezza storica in più non guasterebbe. O, almeno, un po’ di rispetto per tutti coloro che hanno dovuto fare i conti con la mafia, quella vera.
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