Calcio

Insulti razzisti a Maignan: una gara a porte chiuse per l’Udinese

L’Udinese dovrà giocare il prossimo match di campionato in casa, sabato 3 febbraio contro il Monza, a porte chiuse. Lo ha deciso il giudice sportivo in seguito agli insulti razzisti del pubblico friulano nei confronti del portiere milanista Mike Maignan, durante il match Udinese-Milan poi vinto per 3 a 2 dai rossoneri nei minuti di recupero. Lo stadio Bluenergy di Udine quindi rimarrà vuoto per una giornata.

Nelle sue motivazioni, il giudice sportivo sottolinea “la obiettiva gravità dei fatti descritti e riportati, che hanno comportato l’adozione delle misure previste dall’apposito protocollo procedurale contenuto nelle norme federali” e rileva “che non sono state riportate, durante e dopo i fatti, e nonostante i 2 annunci al pubblico, chiare manifestazioni di dissociazione da tali intollerabili comportamenti da parte dei restanti sostenitori“. Il motivo per cui è stato penalizzato tutto lo stadio e non solo il settore da cui sono arrivati i vergognosi insulti razzisti nei confronti del portiere del Milan.

Rilevato, però, “il comportamento attivo della Società Udinese, e la disponibilità manifestata fin da subito a collaborare per l’individuazione dei responsabili, fanno sì che per un evento di tale portata e gravità possa applicarsi la sanzione minima“. Per cui il Giudice Sportivo “delibera di sanzionare la società calcistica con l’obbligo di disputare una gara a porte chiuse”. Così è stato spiegato perché l’Udinese rimarrà senza tifosi per una sola partita casalinga. Il club, dopo che è stato individuato uno dei responsabili degli insulti razzisti, lo ha bandito a vita dallo stadio friulano.