La recente fornitura di cinture e cinghie Sabelt (azienda di Moncalieri, Torino) alla NASA è l’ennesimo capitolo nella storia di un’azienda italiana che ha accettato una sfida: in questo caso, quella di adattare le competenze in cinture di sicurezza e tecnologie avanzate al contesto spaziale.
L’azienda, nota per il suo impegno nella sicurezza, ha progettato dispositivi di sicurezza adatti alle condizioni estreme del viaggio oltre l’atmosfera, come spiega il vice presidente Massimiliano Marsiaj: “Sviluppiamo e produciamo accessori per lo spazio estremamente leggeri e performanti dal 2010 e abbiamo contribuito alla riduzione della massa dei velivoli dei nostri clienti per circa 140 kg. Oggi la nostra esperienza e il nostro know-how ci permettono di supportare i maggiori player del mercato mondiale dell’aerospazio”.
Sabelt è salita a bordo del modulo orbitale Cygnus (programma NASA, come detto), di quello abitativo della stazione lunare Lunar Gateway realizzato da Thales Alenia Spazio e sugli aerei del consorzio europeo Airbus.
Fondata all’ombra della Mole Antonelliana da Piero e Giorgio Marsiaj nel 1972, Sabelt fin dall’inizio si è distinta per il suo impegno nella ricerca e sviluppo nei materiali e in soluzioni innovative per la sicurezza automobilistica. Il brand è stato in grado di crescere e svilupparsi rapidamente guadagnandosi reputazione per la qualità delle sue cinture di sicurezza e sedili per vetture stradali diventando un partner fondamentale per produttori automobilistici del calibro di Ferrari, McLaren, Maserati, Abarth, Renault Alpine, Cupra e Porsche.
Nel corso degli anni, Sabelt ha espanso la sua gamma di prodotti motorsport, includendo componenti di sicurezza avanzati come sedili racing e abbigliamento protettivo. Dai materiali compositi, utilizzati per i serraggi, alle soluzioni avanzate di sicurezza attiva, Sabelt è in costante evoluzione. Ma l’azienda italiana ora è andata oltre, dimostrando che il cielo non è il limite.