Dai computer e dai tablet alle auto il passo non è breve. Secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, il colosso dell’informatica Apple ha nuovamente rinviato il debutto della propria auto elettrica. Il management di stanza a Cupertino aveva avviato lo sviluppo e la sperimentazione nel 2014 e pareva che il veicolo a zero emissioni a guida autonoma potesse esordire addirittura nel 2020: nel 2018 presso la motorizzazione della California erano stati registrati i primi 27 modelli destinati alla circolazione senza conducente, almeno sperimentale. I tempi si sono però progressivamente dilatati: adesso di altri due anni, visto che la precedente scadenza era stata ufficiosamente fissata per il 2026.

Nel corso degli anni la società avrebbe dirottato centinaia di milioni di dollari nel progetto di sviluppo delle Apple Car, immaginate non solo a zero emissioni, ma anche a guida autonoma. Stando alle indiscrezioni raccolte da Bloomberg, con l’ultima revisione del programma i veicoli dovrebbero venire semplificati nel design, ancora più essenziale (negli anni scorsi erano circolati dei rendering sulla base dei brevetti depositati dalla società decisamente diversi rispetto agli “ovetti” testati inizialmente), e nella tecnologia. Le future Apple Car disporrebbero di funzioni più contenute, limitando in qualche modo le ambizioni di portare sul mercato macchine senza pedali e senza volante.

Malgrado diverse case automobilistiche continuino a investire sulla guida autonoma, le restrizioni a garanzia della sicurezza e le cifre sempre più importanti richieste per raggiungere i livelli più elevati combinati con le incertezze della congiuntura politica ed economica sembrano aver rallentato i progressi.

A quanto pare la Apple Car circolerebbe con grado di automazione “2+” (Mercedes-Benz già offre il livello 3, lo stesso che fra pochi mesi garantirà anche la rivale BMW), assai meno del preventivato “4” (su una scala fino a 5). A proposito del progetto “Titan”, il nome in codice con il quale sono state sviluppate le vetture, sono però più le indiscrezioni che le certezze. Quello che appare certo è che anche un colosso come Apple, la società più capitalizzata al mondo (ha superato i 3.000 miliardi di dollari) ha dovuto fare i conti con la complessità dell’industria automobilistica che ha “gelato” altre iniziative analoghe. Una di queste è quella della britannica Dyson, specializzata nella produzione di elettrodomestici, che ha gettato a spugna nel giro di 4 anni dopo aver speso non meno di mezzo miliardo di sterline (il piano era da 2 miliardi) fra il 2015 e il 2019.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Ferrari Purosangue, il successo della Rossa “altruista” che attira i giovani (facoltosi)

next