Bagarre nel Consiglio regionale umbro durante il question time dedicato al trasporto pubblico locale circa il quale ieri i sindacati Filt Cgil e Faisa Cisal hanno proclamato uno sciopero di 4 ore per protestare contro la scelta della Regione di tagliare 13 milioni di euro dagli attuali 63 riservati al trasporto pubblico locale, il che, secondo la denuncia dei rappresentanti dei lavoratori, produrrebbe un calo del numero dei pullman da 750 a 630 e quindi meno autisti, meno corse, meno servizi.
Ai rappresentanti sindacali e a una trentina di lavoratori di Busitalia è stato concesso di seguire in Aula i lavori dell’Assemblea legislativa, che si è fatta incandescente quando il consigliere del Pd Tommaso Bori ha chiesto lumi all’assessore leghista ai Trasporti Enrico Melasecche su diverse mancanze della giunta di centrodestra, come il non aver indetto un tavolo di concertazione con le rappresentanze sindacali e i lavoratori.
“Non volevate neppure farli entrare qui – accusa Bori – Come mai si va verso un servizio dei trasporti locali inefficiente, inadempiente e più costoso?”.
Piccata e accalorata la reazione di Melasecche, che grida alla “bufala”, smentendo tutte le criticità sollevate dal segretario del Pd umbro e dilungandosi diversi minuti in un j’accuse contro il Pd. A dare fuoco alle polveri è la frase del leghista contro i sindacati: “La battaglia del Pd è di assoluta retroguardia. Io ritengo che questi attacchi concentrici di due sindacati soltanto abbiano ragioni puramente elettorali. E io capisco l’interesse del Pd. Lei, Bori, fa il suo interesse elettorale”.
A queste parole protesta vivamente Ciro Zeno, segretario regionale della Filt Cgil, che si alza dalla tribuna gridando: “Lei ci sta offendendo, noi non siamo del Pd e non siamo qui per fare politica ma per rappresentare i lavoratori. Le chiediamo rispetto”.
Melasecche, alla contestazione dei sindacalisti, accenna ad alzarsi per andarsene, poi urla: “Voleva fare la sceneggiata? Bravo”.
Il presidente dell’Assemblea Marco Squarta rimbrotta Zeno, lo invita ad allontanarsi e infine sospende la seduta.
Alla ripresa dei lavori riesplode la baruffa verbale tra Melasecche e Bori, quando il primo, battendo le mani sul tavolo, accusa il dem di non studiare. Lo scontro dura diversi minuti, nei quali spicca Squarta, in quota Fratelli d’Italia, che striglia l’alleato per il mancato rispetto nei confronti di Bori, fino a gridare esasperato: “Enrico, basta!”.
Nella sua replica il segretario del Pd umbro rinfaccia al leghista la sua claudicante educazione e il suo lacunoso senso delle istituzioni. E aggiunge: “L’assessore Melasecche, per quanto mi riguarda, si deve dimettere non solo da consigliere regionale, ma anche da assessore. Ha offeso le opposizioni e ha aggredito i lavoratori. Si vergogni. Ha pure offeso i lavoratori – rivela – qui fuori dall’Aula dicendo testualmente: ‘Non me ne frega un cazzo del loro futuro’. Ha detto proprio così e abbiamo i video. Poi ha offeso anche le sigle sindacali, ha messo in dubbio la legittimità degli scioperi, che sono un diritto costituzionale. E sa perché dubita degli scioperi? Perché lei non prende un mezzo pubblico da 40-50 anni e quindi non ha idea di come funzioni il trasporto pubblico”.
Bori conclude, tra le urla di Melasecche: “Lei si dovrebbe scusare con me e coi lavoratori, che stanno rinunciando al loro stipendio (e non mi risulta che lei lo faccia mai) per scioperare e ascoltare le sue falsità. Si dovrebbe scusare anche coi sindacati, che lei attacca puntualmente – chiosa – Lei vuole andare avanti come un treno contro il muro? Ci vada pure, ma almeno smetta di insultare l’intelligenza dei cittadini e chi le fa presente i suoi gravi errori”.