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Beatles, all’asta un dipinto firmato da tutti i fab four: la favolosa storia di come è nato (e il prezzo)

La storia del quadro è questa: i fab four sono a Tokyo, suite all'hotel Hilton. Sono lì, praticamente chiusi dentro, per motivi di sicurezza. Siamo tra il 19 giugno e il 3 luglio 1966

Va all’asta, il prossimo primo febbraio, il primo e unico quadro dei Beatles, realizzato a otto mani dalla band nell’estate del 1966 a Tokyo. Il quadro sarà venduto da Christie’s, la famosa casa d’aste con sede nel Rockefeller Center a New York, e la vendita per il 29esimo oggetto dell’asta è fissata tra i 400 e i 600 mila dollari.

La storia del quadro è questa qui: i fab four sono a Tokyo, suite all’hotel Hilton. Sono lì, praticamente chiusi dentro, per motivi di sicurezza. Siamo tra il 19 giugno e il 3 luglio 1966. Un autoisolamento di 100 ore, misura precauzionale delle autorità giapponesi dopo che la band aveva ricevuto alcune minacce di morte, soprattutto da parte dei nazionalisti infuriati per la loro esibizione al Budokan. John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr dipingono.

E arriva “Images of a Woman” (o anche “The Tokyo Painting”), un acrilico e acquerello su tela giapponese 30 x 40 pollici. No, non raffigura una donna. I quattro autori hanno dipinto ognuno un angolo. Nel quadro prevalgono colori caldi e luminosi, sui toni del rosso, del rosa e dell’ocra, con un cerchio bianco al centro che ospita le firme degli artisti. Seguendo la disposizione di quest’ultime, e secondo la prospettiva della tela, si può attribuire un angolo del quadro a tutti i suoi compositori: partendo da sinistra in alto con John Lennon, poi in alto a destra Paul McCartney, in basso a destra George Harrison e, infine, in basso a sinistra Ringo Starr. Tutti gli aspetti di questo quadro sono avvolti da un alone di magia.

Alcune testimonianze della creazione dell’opera arrivano da Robert Whitaker, fotografo del tour della band, che nei suoi scatti registra l’evoluzione del lavoro dei quattro artisti, dai loro primi schizzi, dalla lampada in mezzo alla tela (il ‘cerchio bianco’, ndr), i quattro volti concentrati in quell’opera comune. Il fotografo riferisce che “smettevano di dipingere, andavano a un concerto e subito dopo tornavano a quel tavolo”, che il “quadro si è evoluto naturalmente” e che non li aveva mai visti così “calmi e appagati”, secondo lui è stato il “miglior periodo a cui abbia mai assistito tra i Beatles”. Parla del quadro anche Mark Lewisohn, storico e biografo dei Beatles: i quattro “amavano disegnare e spesso aggiungevano disegnini ai loro autografi”, avevano in generale alcuni talenti artistici, ma il dipinto è particolarmente speciale perché “non accadde mai più, dopo quell’episodio, che si trovassero tutti assieme chiusi in una stanza senza molto altro da fare”.

Una volta concluso, il quadro rimase in Giappone, acquistato da Tetsusaburo Shimoyama, presidente di un fan club della band, poi alla fine degli anni Ottanta fu acquistato da Takao Nishino, proprietario di un negozio di dischi, nel 2012 lasciò il territori giapponese per la prima volta perché fu messo all’asta da Weiss Auctions a New York e fu venduto per poco più di 150 mila dollari. Ora è pronto per una nuova asta il prossimo primo febbraio nel corso della The Exceptional Sale di Christie’s; Casey Rogers, esperto di Christie’s, ha affermato che si tratta di un “quadro che cristallizza un momento magico nella storia della band”, che potrà attirare numerosi collezionisti perché “da un lato è un’opera d’arte, dall’altra un cimelio di celebrità mondiali”.