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“Bomba atomica su Gaza”: il ministro israeliano Eliyahu evoca (di nuovo) un attacco nucleare sulla Striscia

Una bomba atomica su Gaza. Non è la prima volta che Amihai Ben-Eliyahu, noto come Amihai Eliyahu, auspica l’uso di armi atomiche contro la popolazione palestinese. Il politico israeliano di estrema destra, che dal 2022 ricopre la carica di Ministro per gli Affari e il Patrimonio di Gerusalemme, durante una visita di mercoledì 24 gennaio nella città di Hebron in Cisgiordania, ha ribadito che andrebbe sganciata un’arma nucleare sulla Striscia, aggiungendo che la Corte internazionale di giustizia, che esamina le accuse di genocidio contro Israele, “conosce già le mie posizioni“. La notizia è riportata dal quotidiano israeliano Haaretz.

Eliyahu fa parte del partito ultranazionalista Jewish Power (Potere Ebraico) ed è uno dei ministri più oltranzisti del governo Netanyahu, anche se non è membro del gabinetto di guerra che “guida” gli attacchi contro Hamas. Più volte nelle ultime settimane si è espresso però sul tema, sia arrivando a parlare di attacco nucleare, sia rivendicando l’occupazione dei territori della Striscia. Il 16 dicembre alla radio pubblica nazionale il Ministro aveva infatti affermato l’intenzione di riconquistare la striscia e ristabilire gli insediamenti presenti fino al 2005 : “Dovremmo occupare completamente la Striscia di Gaza al termine della guerra con Hamas. I palestinesi sarebbero incapaci di controllare il territorio senza trasformarlo in un nuovo centro del terrorismo. Chiunque oggi venda l’idea che i palestinesi possano tornare a gestire le cose non ricorda cosa è successo il 7 ottobre: bisognerà ristabilire gli insediamenti nella Striscia, anche se questo non è necessariamente il momento per farlo”.

Già lo scorso 5 novembre il politico di Jewish Power aveva nominato l’atomica, definendola “una delle opzioni” dello Stato ebraico per risolvere il conflitto contro Hamas. Le sue affermazioni avevano sollevato numerose polemiche, anche all’interno della stessa politica israeliana, e il leader dell’opposizione Yair Lapid aveva chiesto l’immediata rimozione di Eliyahu dal Ministero. Netanyahu però, stretto tra le polemiche interne e le accuse internazionali, e limitato dalla necessità di non chiudere con l’estrema destra che lo sostiene al governo, aveva deciso di limitarsi a una breve sospensione del ministro dalle riunioni del gabinetto israeliano. Eliyahu su X aveva poi negato le sue posizioni, arrivando a parlare di significato solamente ‘metaforico’: “È chiaro a chiunque abbia un cervello pensante – scrive – che l’osservazione sull’atomo fosse metaforica”.

Come riportato da The Times of Israel, Eliyahu è un forte oppositore delle proposte per una soluzione a due Stati, descrivendo la linea verde come una “linea fittizia”. Sostiene la piena annessione israeliana della Cisgiordania e ha invitato Israele a “imporre la sovranità su Giudea e Samaria”. Il ministro in passato ha anche criticato la polizia e le Forze di Difesa Israeliane (IDF) per il presunto trattamento preferenziale riservato ai palestinesi in Cisgiordania rispetto ai coloni. Nell’agosto 2023, riporta ancora quotidiano online israeliano, ha inoltre affermato che l’IDF, la polizia e i servizi di sicurezza negli ultimi tre decenni hanno adottato “la visione del mondo della popolazione palestinese, che considera automaticamente colpevoli i coloni”.