Il prossimo novembre il Paese ospiterà per la prima volta il summit del G20. Tra gli obiettivi un coordinamento globale tra le politiche economiche e finanziarie, correzione delle disuguaglianze nella fiscalità internazionale e lotta all’evasione
La crescita del pil – intorno al 3% – ha superato di gran lunga le aspettative, ma non c’è tempo per festeggiare. Il Brasile lavora alacremente per scongiurare le incerte prospettive per il 2024. Il primo anno della nuova presidenza Lula è stato segnato da un profondo rinnovamento del sistema di finanza pubblica e della politica fiscale: nuovi vincoli di spesa, introduzione dell’Iva e di una “tassa sul peccato” (alcol e sigarette), un’aliquota del 70% per i professionisti e una nuova tassa sugli investimenti in fondi chiusi e offshore. Potrebbe non bastare: secondo il Tribunal de Contas da União, la Corte dei Conti brasiliana, il Paese verde-oro dovrebbe chiudere il 2024 con un disavanzo di 11,2 miliardi di dollari, lontano dagli obiettivi di deficit zero del governo.
A gennaio 2023 la Banca centrale stimava una crescita del Pil per l’intero anno dello 0,78%, ma 11 mesi dopo è stata costretta a rivedere le proprie stime per un ben più rilevante 3% per cento. Per i risultati ufficiali bisognerà attendere ancora un po’, ma non ci sono dubbi che la performance del Brasile nel primo anno del Lula-ter sia stata migliore delle attese. Anche l’inflazione ha richiesto una correzione delle stime, dal 5,4% al 4,5% di fine anno, con un tasso di interesse di riferimento, il Selic, abbassato per quattro volte consecutive, dal 13,75% di agosto 2022 all’11,25% dell’ultimo consesso di dicembre. Allo stesso tempo, la disoccupazione è scesa al 7,5% a novembre, dopo il picco del 14,9% di marzo 2021. La buona performance economica ha favorito la decisione di S&P di aumentare il rating del Paese da BB- a BB a dicembre dopo una decisione simile di Fitch a luglio.
Il prossimo novembre il Brasile ospiterà per la prima volta il summit del G20, che sarà introdotto da una lunga serie di iniziative accompagnate dallo slogan: “Costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile”. Il ministro delle finanze Fernando Haddad ha anticipato gli obiettivi della presidenza verde-oro del summit: un coordinamento globale tra le politiche economiche e finanziarie, la riforma delle istituzioni finanziarie internazionali, la correzione delle disuguaglianze nella fiscalità internazionale e la lotta all’evasione, gli investimenti in concessioni nei Paesi a basso e medio reddito con la rinegoziazione degli ingenti debiti di questi governi, e infine i partenariati pubblico-privati per le trasformazioni ecologiche. A questo appuntamento Lula si presenterà con un’altra rilevante novità: la nuova tassazione sugli investimenti in fondi chiusi e offshore. I primi tassano gli utili solo quando vengono distribuiti agli investitori, mentre ora dovranno pagare un’imposta semestrale sui profitti. Per quanto riguarda la tassazione degli offshore, la misura del governo mira a impedire ai brasiliani con beni nei paradisi fiscali di rinviare indefinitamente il pagamento dell’imposta sul reddito sui loro guadagni, con un prelievo del 15%.
Nonostante il quadro positivo, Brasilia non dorme sonni tranquilli. “L’insieme degli indicatori di attività economica rimane coerente con lo scenario di rallentamento economico previsto”, dice la Banca centrale. Per il 2024 la stima di incremento del Pil è di un prudente 1,51%, un’inflazione al 3,9% e nuove previsioni di ribasso dei tassi, con il Selic che potrebbe scendere fino al 9,25 per cento. Con l’obiettivo di prevenire un’incontrollata espansione del debito, a marzo è stato varato un nuovo sistema di finanza pubblica, che istituisce un’ancora basata su un obiettivo annuale di avanzo primario di bilancio. Il nuovo sistema limita la crescita della spesa anche rispetto alla crescita dell’inflazione, a un intervallo compreso tra lo 0,6% e il 2,5% annuo al di sopra dell’aumento dei prezzi.
In questo scenario si inserisce la riforma fiscale approvata lo scorso dicembre, che nelle intenzioni del presidente potrà favorire gli investimenti, semplificando uno dei sistemi tributari più complessi al mondo. La riscossione non avverrà più all’origine (cioè alla produzione) ma verrà effettuata a destinazione (cioè sul consumo), superando la concorrenza fiscale statale e comunale. “Dopo più di 40 anni, il Paese avrà un sistema fiscale moderno, snello ed efficiente che cambierà l’economia del Paese”, ha twittato il Presidente della Camera dei deputati, Arthur Lira. La riforma prevede l’abolizione di cinque imposte: le federali PIS (contributo per l’integrazione sociale e la formazione dei funzionari pubblici) Cofins (contributo per il finanziamento della sicurezza sociale) e IPI (imposta sui prodotti industriali), la statale ICMS (imposta sulla circolazione di merci e servizi di trasporto) e la comunale ISS (imposta sui servizi). Viene introdotta invece l’Iva, l’imposta sul valore aggiunto, riscossa in modo non cumulativo, ponendo fine al problema delle tasse a cascata. L’Iva brasiliana sarà divisa in due parti: una federale e una statale. Secondo il ministro Haddad potrebbe raggiungere il 27,5%, uno dei valori più alti al mondo.
Come evidenzia in una nota la Camera di Commercio Italiana di San Paolo, ci sono altre importanti novità. In primis la creazione di un Paniere Nazionale di Alimenti di Base, i cui prodotti, per esempio riso e fagioli, saranno esenti da tasse. I prodotti inseriti nel paniere saranno definiti dalla legge complementare che dovrà tenere conto delle diversità regionali e culturali. Si prevede anche un paniere “esteso” con altri prodotti, come carni e articoli per l’igiene personale e la pulizia, che avranno uno sconto fiscale del 60% per i consumatori a basso reddito concesso attraverso il rimborso delle tasse (cashback). Sorte diversa avranno invece i prodotti dannosi per la salute o per l’ambiente, come sigarette e bevande alcoliche. Questi prodotti verranno colpiti da una sovrattassa di responsabilità federale, la cosiddetta imposta selettiva (IS), o “tassa sul peccato”. La riforma prevede inoltre la creazione di una tassazione specifica per i servizi forniti da professionisti come avvocati, ingegneri e commercialisti, pari al 70% dell’aliquota fiscale generale. All’ultimo minuto sono state inserite delle eccezioni a vantaggio di banche, tassisti, società di calcio e dell’industria automobilistica, ampliando l’elenco dei settori privilegiati da aliquote diverse.