Un testo svuotato: l’ordine del giorno della Lega presentato al Senato dal capogruppo Massimiliano Romeo è stato riformulato dal governo poco prima della seduta di Palazzo Madama e la relativa approvazione. Le oltre due pagine depositate dal Carroccio si trasformano così in un breve testo di una sola facciata. E non è una mera sintesi: saltano completamente i virgolettati delle comunicazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto, saltano i riferimenti ai “dubbi sulla capacità effettiva dell’Ucraina di resistere nel lungo termine contro una nuova offensiva russa”, saltano le frasi sulla possibile “postura isolazionistica degli Stati Uniti” e, soprattutto, sparisce qualunque riferimento alla “opinione pubblica italiana” che “non supporta più pienamente gli aiuti militari che il nostro Paese continua a inviare in sostegno all’esercito ucraino”.

Le frasi di Crosetto cancellate – Commentando la possibile riformulazione dell’odg, dopo le polemiche e l’imbarazzo nella maggioranza, il leghista Romeo si era detto “disponibile” sottolineando però che “il principio” doveva rimanere lo stesso. Osservando le due versioni, però, tra tagli e aggiunte poco rimane del testo originario. Spariti tutti i virgolettati di Crosetto nel suo intervento alle Camere. “Si è sottolineato come, purtroppo, ‘la controffensiva estiva dell’Ucraina non ha dato i risultati attesi‘; è stato ribadito – si leggeva nella prima versione – come ‘la controffensiva ha avuto un andamento generoso, ma irregolare, non riuscendo a liberare dall’occupazione russa aree significative’; pertanto, il Ministro ha evidenziato come ‘dopo quasi due anni, il conflitto presenta le caratteristiche di una tradizionale guerra di posizione, anche in considerazione del fatto che gli sforzi finora sostenuti hanno esaurito le risorse necessarie per alimentare ulteriori spinte offensive’; la preoccupazione è che ‘la Russia sembra sostanzialmente intenzionata a puntare a un conflitto di logoramento, sul tempo, sui tempi lunghi’ e vi sono, sempre secondo le dichiarazioni fornite dal Ministro, informazioni sul fatto che ‘in Ucraina il fronte interno appare più in difficoltà, meno compatto nel sostenere questa politica e si evidenziano alcune divergenze che sono state rappresentate dagli organi di stampa’”.

Eliminati i “dubbi” e la posizione Usa – Tutto cancellato. Come sono state anche eliminate tutte le altre considerazioni dello stesso capogruppo della Lega. “In coerenza con quanto affermato durante le comunicazioni di cui ai punti precedenti, non si può trascurare l’attuale situazione del contesto militare, che vede sul campo uno scenario diverso rispetto alle previsioni di un anno fa; tale scenario rischia di complicarsi ulteriormente nel breve periodo, visti i dubbi sulla capacità effettiva dell’Ucraina di resistere nel lungo termine contro una nuova offensiva russa, considerata la disparità numerica delle forze in campo e la perdurante situazione di svantaggio aereo“. Tagliati anche tutti i riferimenti al contesto internazionale e in particolare agli Usa: “Non è pertanto un’ipotesi remota, nel breve periodo, immaginare una postura isolazionistica degli Stati Uniti in riferimento alle dinamiche europee e specialmente al conflitto in Ucraina; i segnali politici che si osservano evidenziano una tendenza già in atto, e riflettono un cambio di atteggiamento dell’elettorato americano“, si leggeva nella prima versione.

Via i sondaggi – Oltre ai tagli totali di testo arrivano anche millimetriche aggiunte: “la Russia ha aggirato le sanzioni occidentali” diventa “la Russia ha aggirato in parte le sanzioni occidentali”. Spariti completamente, invece, i riferimenti ai sondaggi. “Negli ultimi giorni, come si apprende da organi di stampa – scriveva Romeo – anche l’opinione pubblica italiana non supporta più pienamente gli aiuti militari che il nostro Paese continua a inviare in sostegno all’esercito ucraino e auspica una soluzione pacifica e diplomatica del conflitto“. Tagliati anche i riferimenti alle “principali analisi dei più importanti centri di ricerca di studi strategici” e il rischio che “un conflitto fra Stati” che “supera la durata di un anno” possa protrarsi per un lungo periodo: “Dato l’attuale contesto geopolitico, che presenta un moltiplicarsi di conflittualità in diverse regioni, tale scenario rappresenta una concreta minaccia alla sicurezza e alla stabilità globale“.

L’aggiunta finale – Nelle conclusioni altro lavoro di taglio e cuci. Eliminata la parte che riteneva Zelensky “più conciliante verso una soluzione diplomatica“, ma il premier ucraino – nella seconda versione – è solo disponibile a un tavolo di pace “volto a una soluzione che ponga fine al conflitto”. La frase “è essenziale sviluppare una visione di come finirà la guerra” diventa: è “essenziale sviluppare una visione di come porre fine” al conflitto. Tagliata anche la parte relativa al fatto che “nessuna delle due parti ha la capacità di ottenere una vittoria militare decisiva sull’altra“. Se mantiene l’impossibilità a “pensare ad una soluzione esclusivamente militare” nella nuova versione viene aggiunto “e che la Federazione Russa non è in grado di portare a termine il suo piano di invasione e controllo dell’intera Ucraina”. In conclusione è stato aggiunto all’impegno finale l’invito ad adoperarsi per un percorso diplomatico volto a perseguire una soluzione del conflitto “per giungere a una pace nel ripristino del diritto internazionale“.

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