Dopo il primo denunciato – che ha ricevuto un Daspo di 5 anni ed è stato bandito a vita dallo stadio dall’Udinese– la Polizia di Udine ha individuato altre quattro persone indiziate di essere state protagoniste degli insulti a sfondo razzista, come ululati o le parole “negro” e “scimmia” nei confronti del portiere del Milan, Mike Maignan, che era uscito indignato dal campo durante la partita che era stata sospesa.

Si tratta di due uomini e una donna di 45, 32 e 34 anni della provincia di Udine, e di un uomo di 42 di Udine, tutti denunciati alla Procura che sta coordinando l’inchiesta. Il Questore Alfredo D’Agostino ha emesso nei loro confronti un Daspo di 5 anni, cioè la misura massima prevista trattandosi di soggetti non recidivi. La società friulana ha annunciato che li bandirà a vita dallo stadio. La procura indaga per incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (604 bis).

Intanto l’Udinese giocherà la prossima gara con il Monza a porte chiuse per la decisione del giudice sportivo. Per i cori contro Lukaku in Juventus-Inter di Coppa Italia del 2023, il medesimo giudice sportivo aveva disposto ‘solo’ la chiusura della Tribuna Sud (primo anello) dello Stadium, da cui partirono “beceri e insultanti cori e grida” razzisti nei confronti del belga. In quel caso – che già prevedeva una sanzione ridotta rispetto all’attuale – il ricorso fu accolto e nessun settore rimase sguarnito nella successiva gara casalinga della Juventus.

Intanto, prosegue rapidamente l’iter per la cittadinanza di Udine a Maignan: la Giunta comunale ha dato il via libera, lunedì toccherà al Consiglio. Il sindaco, Alberto Felice De Toni, è molto chiaro: Udine, il suo stadio e i suoi tifosi “non sono razzisti”, ma “attribuire la responsabilità a pochi non può rappresentare una giustificazione”. La città “intende prendere una posizione chiara per dare un esempio a livello nazionale ed europeo”.

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