Sono state numerose le iniziative sostenute dall’Università di Padova dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, che studiava proprio nell’ateneo veneto e a cui il 2 febbraio 2024 verrà conferita la laurea alla memoria in Ingegneria biomedica. Secondo 214 persone però, e cioè i firmatari di una petizione online, l’accademia euganea sarebbe colpevole di un conflitto d’interesse o, quantomeno, di una grave contraddizione: il legale di Filippo Turetta, accusato dell’omicidio e reo confesso, è infatti Giovanni Caruso, docente di Diritto privato proprio nella prestigiosa Università di cui entrambi i ragazzi erano studenti. La petizione, lanciata su Change.org da una dipendente del ministero della Cultura, chiede quindi che l’avvocato rinunci alla difesa. O che l’Università si dissoci dalla sua scelta di accettare l’incarico.
“L’Università di Padova, attraverso la sua rettrice e in numerose forme, ha espresso il suo cordoglio per la morte di Giulia Cecchettin, laureanda dell’ateneo, e si è schierata contro la violenza sulle donne. Solo a parole, però, perché nei fatti un suo importante membro, l’avvocato Giovanni Caruso, professore ordinario di Diritto Penale, ha assunto la difesa del suo assassino (reo confesso) Filippo Turetta”, si legge nel testo della petizione. “Se davvero l’Università di Padova è vicina alle donne vittime di violenza e vuole sostenere questa lotta, si renda estranea alla difesa di chi ha commesso un omicidio efferato e la cui colpevolezza è indubitabile”, si legge ancora sul sito. “Non si può stare al tempo stesso con le vittime e con i carnefici! Caruso rinunci alla difesa di Turetta o, in caso contrario, L’Università di Padova si esprima pubblicamente, dissociandosi dalla scelta totalmente inopportuna del professor Caruso”.
Ma secondo Daniela Mapelli, rettrice dell’ateneo euganeo, il ragionamento è un vero e proprio “cortocircuito” per un paese democratico: “Tutti hanno diritto alla difesa, compreso il signor Turetta. Oltretutto l’Università mai potrebbe dire al professor Caruso, bravissimo docente che esercita anche la libera professione, se può o meno difendere qualcuno”, ha riferito la Rettrice al Corriere della Sera. In difesa di Caruso si è espresso anche il Consiglio direttivo dei professori di Diritto penale, secondo il quale “la difesa che Caruso sta esercitando legittimamente non può far dubitare della condivisione civica ed etica del contrasto alla violenza di genere, che noi, come docenti di diritto penale, sviluppiamo nella didattica”.
È la seconda volta che un legale di Filippo Turetta finisce nel mirino delle polemiche. Il 26 novembre 2023 Emanuele Compagno, primo legale nominato d’ufficio, aveva rinunciato all’incarico dopo essere stato criticato per le sue posizioni ritenute misogine, lasciando quindi l’incarico della difesa solo a Giovanni Caruso, che era stato inizialmente affiancato a Compagno dalla famiglia come secondo legale. Intanto Turetta dal 18 gennaio ha lasciato il reparto di infermeria del carcere di Verona, dove era recluso dal 25 novembre, per essere trasferito nella sezione “protetti”. Turetta divide la cella con un detenuto accusato di reati a sfondo sessuale. La sezione “protetti” è infatti quella per i detenuti di reati a “forte riprovazione sociale” che, a loro tutela, non devono avere contatti con persone in carcere per altre tipologie di reati.