L’arrivo alla guida della Polonia dell’europeista Donald Tusk – ex presidente del Consiglio europeo – potrebbe permettere finalmente il varo di una una legge che prevede un ampio diritto all’aborto e di allentare le restrizioni alla pillola del giorno dopo. In Polonia – che ha una delle legislazioni più restrittive d’Europa – un anno fa era stata condannata un’attivista che aveva aiutato una donna vittima di violenza domestica a interrompere la gravidanza. “Siamo pronti a presentare nelle prossime ore” questo testo che autorizza “l’aborto legale e sicuro fino alla 12ma settimana di gravidanza”, ha dichiarato il premier dopo aver annunciato anche un disegno di legge che apre l’accesso alla “pillola del giorno dopo” a partire dall’età di 15 anni.

Non sarà facile per la coalizione filo-europea. Se infatti due dei tre gruppi politici della coalizione – la Sinistra e la Coalizione Civica guidata da Tusk – hanno nei loro programmi l’allentamento pressoché totale dei vincoli a interrompere la gravidanza, il terzo membro della coalizione, i cristiano democratici di Terza Via, si oppone all’idea di una liberalizzazione ampia del diritto all’aborto in un Paese con una forte tradizione cattolica. Attualmente l’interruzione di gravidanza è consentita solo nei casi di stupro, incesto e quando la salute o la vita della madre sono in pericolo.

Nel 2020 anche la Corte costituzionale si era schierata con il governo nazional populista dichiarando “incostituzionale” l’aborto per le malformazioni del feto pur se gravi o incurabili e provocando la reazione indignata di migliaia di donne, scese in piazza in tutto il Paese. A dicembre la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) aveva condannato Varsavia per “violazione del diritto al rispetto della vita privata”, dopo che a una giovane donna era stato negato l’accesso all’aborto proprio sulla base “dell’esistenza di anomalie fetali”. Al momento non è stato calendarizzato il voto in Parlamento, ma i gruppi per i diritti delle donne hanno invitato i legislatori ad agire rapidamente poiché sono decine di migliaia coloro che interrompono la gravidanza a casa, utilizzando pillole abortive vietate e mettendo a rischio la vita, o andando all’estero.

Qualche giorno fa il Parlamento europeo ha esaminato lo stato dei diritti dei cittadini nell’Ue nel 2022 e nel 2023, individuando le criticità esistenti negli Stati membri. La risoluzione, non vincolante, sullo stato dei diritti fondamentali nell’Ue è approvata con 391 voti favorevoli, 130 contrari e 20 astensioni. Nel testo, tra le altre cose, si evidenzia che la violenza di genere è molto diffusa in tutti i paesi dell’Ue e si condanna fermamente il rapido regresso in materia dei diritti delle donne e delle persone LGBTIQ+ in diversi Stati membri, compresa la negazione dell’accesso all’aborto sicuro e legale in Polonia

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