Politica

Meloni attacca ancora il Reddito di cittadinanza e gli ex percettori: “Con l’Adi controlli fatti prima, non dopo, e importi medi più alti”

Durante il question time alla Camera, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni è tornata alla carica attaccando il reddito di cittadinanza e gli ex percettori del sussidio.

“Il governo ha deciso di superare una misura che ritenevamo sbagliata, quella sul reddito di cittadinanza, e ha introdotto due misure sostitutive per i percettori di reddito. Una destinata a chi era in condizione di lavorare e una destinata invece a chi non era in condizione di farlo”, ha esordito Meloni rispondendo a un’interrogazione sulle politiche del governo in materia di lavoro presentata da Noi moderati.

“La prima di queste misure era l’assegno di inclusione”, ha continuato, spiegando che la misura è attiva dal primo gennaio 2024. “Al 20 gennaio il ministero del Lavoro ci dice che su una platea di 737.000 nuclei familiari potenziali sono già 600.000 quelli che hanno presentato domanda – ha proseguito, attaccando il reddito – E i primi pagamenti per coloro che hanno superato i controlli, perché in questo caso, a differenza del Reddito di cittadinanza, i controlli li facciamo prima e non li facciamo dopo, partiranno venerdì 26 gennaio”. “L’importo medio stimato per l’Adi – ha incalzato ancora la premier – è di 635€ al mese, cioè una cifra superiore all’importo medio che veniva erogato con il reddito di cittadinanza”.

Parlando poi della seconda misura prevista dal governo, cioè il supporto per la formazione e il lavoro, Meloni ha lanciato una frecciata agli ex percettori: “Il supporto per la formazione e il lavoro è attivo dal primo settembre 2023 e al 20 gennaio di quest’anno sono state presentate 165.000 domande, delle quali processate quasi 70.000. Mentre sono oltre 27.000 coloro che hanno ricevuto i 350€ mensili previsti come rimborso spese per la partecipazione a una delle iniziative di politica attiva – ha spiegato in Aula – Ma voglio segnalare anche a questo Parlamento che su 249.000 potenziali occupabili che negli ultimi mesi percepivano il reddito di cittadinanza, solo 55.000 hanno presentato domanda, poco più del 22% della platea. Ora è possibile che alcune di queste persone abbiano trovato lavoro privatamente, ma è possibile anche che alcune di loro non cercassero un’occupazione o preferissero lavorare in nero. E questa è la ragione per la quale sono molto fiera del lavoro che abbiamo fatto, perché se non sei disponibile a lavorare non puoi pretendere di essere mantenuto con i soldi di chi lavora ogni giorno“.