“Barbie è l’infantilizzazione di Hollywood”. “No, scusate, mi sbagliavo”. Dietrofront non proprio immediato, a poche ore dalla nomination agli Oscar 2024, del regista Oliver Stone. A fine giugno 2023 l’autore di Ogni maledetta domenica e JFK non era andato per il sottile sparando cannonate sul pachiderma cinematografico fluorescente targato Mattel: “Ryan Gosling spreca il suo tempo se fa quella merda per soldi – aveva spiegato Stone in un’intervista a City AM poche settimane prima dell’uscita di Barbie – dovrebbe fare film più seri e non far parte di questa infantilizzazione di Hollywood. Ora è tutto fantasy. Fantasy qui, fantasy là, comprese le immagini di guerra”.
A distanza di circa sette mesi Stone ha recuperato Barbie e ha modificato un tantino la sua opinione con un post su X: “Ho trovato l’approccio dei realizzatori sicuramente diverso da quello che mi aspettavo. Mi scuso per aver parlato in modo ignorante”. Stone si era pronunciato in maniera positiva rispetto al primo film di Greta Gerwig, Lady Bird, del 2017 ed ora è tornato sui suoi passi elogiando anche l’aspetto da principio di moltiplicatore di Barbie: “I risultati al box office del film hanno rafforzato il morale della nostra attività. Auguro a Greta e all’intero team di Barbie buona fortuna agli Oscar”. Peccato che dopo poche ore il risultato alla ridda delle nomination sia stato magrissimo: otto nomination ma senza quella per la miglior regista alla Gerwig e alla miglior attrice per Margot Robbie, architrave dell’intera operazione. Insomma, Stone avrà cambiato idea ma ha portato anche un po’ sfiga.