Corruzione e turbativa d’asta. Con queste accuse è finito agli arresti domiciliari il deputato regionale siciliano del Pd, Dario Safina. La misura cautelare è state eseguita dai carabinieri, in seguito all’inchiesta coordinata dalla Procura di Trapani: a Safina, ex assessore ai lavori pubblici del comune di Trapani, si contesta di aver pilotato, quando era in carica in Giunta, la gara di “project financing” per la manutenzione dell’illuminazione pubblica. “Sono sereno e ho la coscienza tranquilla. Sono fiducioso nell’operato della magistratura e sono certo che riuscirò a chiarire la vicenda nel più breve tempo possibile”, ha commentato in una nota il deputato regionale del Partito democratico.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il deputato Safina, nel suo precedente incarico di assessore ai Lavori pubblici del comune di Trapani, si sarebbe accordato con un imprenditore 45enne di Messina, Valerio Christian – manager ed energy manager per la Sicilia di una importante società operante nel settore della pubblica illuminazione – “turbando la procedura ad evidenza pubblica di project financing per la manutenzione dell’illuminazione pubblica”. Safina è accusato di aver informato preventivamente l’imprenditore messinese sulle tempistiche di pubblicazione, sui contenuti e l’importo di base del bando, consentendo così alla società di ottenere l’aggiudicazione della procedura con la presentazione di una offerta migliore rispetto a quelle dei concorrenti. Safina, inoltre, è accusato di aver promesso l’affidamento all’impresa, al di fuori di ogni procedura concorsuale, dei lavori di rifacimento dell’illuminazione degli impianti sportivi “Campo Aula” e “Campo Coni”.
Al centro dell’indagine c’è anche l’attività illecita di dirigenti e collaboratori della municipalizzata “Trapani Servizi spa” che avrebbero truccato i concorsi del 2020 e 2021 per la selezione e designazione del direttore generale della società e per le nomine di un collaboratore esterno e del direttore tecnico. I due dirigenti indagati, destinatari del divieto di dimora a Trapani ed Erice , sono Carlo Maria Baldassare Guarnotta e Giuseppe Ullo. I due indagati avrebbero inoltre adottato atti contrari ai doveri d’ufficio nelle nomine di collaboratore esterno e direttore tecnico della Trapani Servizi.