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Aereo russo abbattuto nel Belgorod, accuse reciproche tra Mosca e Kiev. Anche l’Ucraina chiede un’indagine internazionale

Continua lo scambio di accuse reciproche tra Kiev e il Cremlino dopo l’abbattimento dell’aereo da trasporto militare di mercoledì 24 gennaio. “È un attacco terroristico commesso da Kiev” si legge in una nota del ministero della Difesa russo. Ma dopo le dichiarazioni di Mosca, che ha annunciato che avrebbe aperto un’inchiesta sull’accaduto, ora anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiede un’indagine internazionale: “È ovvio che i russi giocano con la vita dei prigionieri ucraini, con i sentimenti dei loro parenti e con le emozioni della nostra società”, ha detto nel suo messaggio serale su Telegram. “È necessario stabilire tutti i fatti”, ha aggiunto spiegando che i servizi ucraini “stanno indagando tutte le circostanze” dell’accaduto e rivelando di aver incaricato il suo ministro degli Esteri “di informare i partner sui dati disponibili all’Ucraina”. Gli 007 di Kiev, infatti, hanno spiegato di non essere stati informati di dover “garantire la sicurezza dello spazio aereo nell’area della città di Belgorod durante un certo periodo di tempo, come è stato fatto più volte in passato” evocando la possibilità di un’azione pianificata da parte di Mosca.

Dopo che l’aereo da trasporto militare russo IL-76 è precipitato nella regione di Belgorod, non lontano dal confine ucraino, le ricostruzioni di Mosca e Kiev in merito all’accaduto sono insomma agli antipodi. Secondo la Russia a bordo del velivolo c’erano 65 militari delle forze armate ucraine – tutti deceduti insieme ad accompagnatori e personale di bordo – che Mosca stava trasportando verso il confine per effettuare uno scambio complessivo di 192 prigionieri. Scambio in effetti confermato anche da Kiev, che sarebbe dovuto avvenire giovedì 25 gennaio e che sarebbe stato il cinquantesimo dall’inizio del conflitto. Il Cremlino ha parlato di “atto terroristico” effettuato dagli ucraini tramite “il lancio di due missili” partiti dalla regione di Kharkiv. Ancora più duro il commento del ministero degli Esteri russo secondo cui si è trattato di un “atto di folle barbarie” che dimostra “un totale disprezzo per la vita umana” da parte dell’Ucraina. E il capo della diplomazia di Mosca, Sergei Lavrov, ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Completamente diversa la versione fornita dall’Ucraina. In un primo momento fonti della Difesa di Kiev hanno rivendicato la paternità dell’accaduto spiegando però che il volo “trasportava missili S-300 con i quali i russi dall’area di Belgorod attaccano la regione di Kharkiv”. A questa prima indiscrezione però non hanno fatto seguito dichiarazioni ufficiali. Le forze armate si sono limitate a dire che “proseguiranno” le loro azioni di “distruzione dei mezzi di trasporto e del controllo dello spazio aereo per distruggere la minaccia terroristica, anche nella regione di Belgorod”, senza però fare riferimenti specifici. Ma l’agenzia governativa ucraina, che si occupa dei prigionieri di guerra, ha poi invitato a “non trarre conclusioni premature” perché il nemico “è insidioso” e “sappiamo tutti quali terribili metodi può utilizzare per destabilizzare la società ucraina”.