Il Consiglio dei ministri tedesco rafforza il diritto delle gestanti di accedere senza molestie ai consultori dove è obbligatorio informarsi prima di decidere un’interruzione di gravidanza, approvando un disegno di legge della ministra della Famiglia Lisa Paus (Verdi) che impedirà ai gruppi antiabortisti di dimostrare entro un certo raggio dai centri. Le donne in gravidanza acquisiranno così il diritto di non dovere sentire o guardare nulla contro la loro volontà. L’infrazione del divieto sarà un illecito amministrativo punibile con un’ammenda sino a 5mila euro. “Rafforziamo i diritti delle donne incinte e muoviamo un passo importante verso il diritto di autodeterminazione della donna” – cita ARD la ministra che spera che la legge compia il suo iter parlamentare entro l’estate.
L’interruzione di gravidanza è immune da sanzioni penali, in ossequio all’articolo 218a del Codice penale tedesco, solo se effettuata da un medico abilitato senza superare il limite della dodicesima settimana e se la donna, almeno tre giorni prima dell’intervento si è obbligatoriamente rivolta ad uno degli appositi consultori per risolvere i conflitti in gestazione. Fuori dai centri campeggiano tuttavia spesso gruppi antiabortisti che, con croci e foto di embrioni, vogliono dissuadere le donne incinte da rinunciare a portare avanti la gravidanza. Ci sono state fin qui pronunce giurisprudenziali che hanno indicato che le donne debbono sopportare di scontrarsi con loro di fronte ai consultori, perché il diritto di manifestazione ha prevalenza.
Si tratta però spesso di veri e propri stati di assedio prolungato. L’associazione “Pro Familia”, che offre assistenza alle donne incinte, richiedeva da anni la costituzione di zone tutelate davanti ai consultori; “un quadro protetto ed indisturbato è fondamentale per persone che cercano consulenza psicosociale” ha dichiarato la presidente nazionale Monika Börding alla ARD. Se oppositori radicali all’aborto dimostrano quotidianamente all’esterno di un consultorio, rendono invece impossibile l’atmosfera neutrale che per legge spetta alle gestanti in difficoltà e colpiscono in modo inquietante le donne che cercano aiuto nel percorso di consulenza, senza che queste si possano sottrarre.
Le proteste antiabortiste oltretutto non si rivolgono solo alle donne incinte, molto spesso sono assediati anche gli ambulatori medici che offrono interventi di interruzione di gravidanza. Una situazione che ha contribuito a portare ad una drastica riduzione dell’offerta, costringendo molte donne a cercare aiuto in altri Land. A questo d’altronde ha contribuito anche la tardiva abolizione, avvenuta solo l’8 luglio 2022, dell’articolo 219a del Codice penale tedesco che poneva sotto sanzione gli studi medici che indicavano apertamente l’aborto tra gli interventi eseguiti, anche se ha poi cancellato retroattivamente tutte le condanne dal 3 ottobre 1990. L’Ordine federale tedesco dei medici – in ossequio a quanto previsto dall’articolo 13, terzo comma, della legge sui conflitti in gravidanza – cura un elenco volontario dei professionisti che praticano le interruzioni di gravidanza nel quale, a fronte di 19.388 ginecologi attivi in Germania registrati al 31.12.2022, sono raccolti appena 375 indirizzi (dato aggiornato al 5 gennaio 2024).
Nell’immagine la ministra tedesca per la Famiglia Lisa Paus