Il ricovero di Kate Middleton ricorderebbe molto quello che accadeva a Lady Diana, notoriamente fragile, soprattutto dal punto di vista psicologico. Quando parla Angela Levin, esperta reale e grande amica della regina Camilla, c’è da tenere le antenne dritte, soprattutto se lo fa in un momento di grandi interrogativi e pochi elementi di verità. La scrittrice, a quasi una settimana dalla notizia dell’intervento della Middleton, ha lanciato una serie di frasi sibilline, in tv, ospite di GB News. Le illazioni, ovviamente, non sono passate inosservate, anche perché espresse con tono preoccupato ed atteggiamento all’apparenza molto empatico. L’uscita, regalata ai microfoni della tv inglese, ha paragonato la cura che William dedica alla moglie a quello che ha dovuto passare per assistere la madre durante i suoi “esaurimenti nervosi”. “Credo – ha dichiarato la biografa di Camilla – che lui stia andando indietro a quei tempi, quando è di fatto diventato l’uomo di casa”.
Il futuro re, secondo le ricostruzioni della scrittrice, “aveva a che fare con la malattia mentale di Diana” che l’avrebbe spinta a “piangere e urlare mentre lui le portava i fazzoletti, quando lei si chiudeva in se”. La Levin ha poi spiegato che questo senso di responsabilità, William l’avrebbe sviluppato dall’età di 15 anni, quando neanche sapeva bene cosa fare. Oggi invece, ha proseguito il ragionamento pieno di insinuazioni, è un uomo adulto, maturo, e consapevole che la sua priorità “è quella di prendersi cura di sua moglie che, a sua volta, lo ha sempre sostenuto”. Ecco ricostruita e spiegata, tra una ambiguità e l’altra, la ragione per la quale William avrebbe deciso di annullare gli impegni e dedicarsi prima e soprattutto alla sua famiglia: a Kate, ricoverata alla London Clinic dal 16 gennaio e ai tre bambini, George, Charlotte e Louis.
A tirare le fila di queste parole, all’apparenza innocenti, ci ha pensato poi il popolo di X, ex Twitter, che non ha mancato di sottolineare il legame stretto tra la scrittrice e Camilla, per avvalorare l’ipotesi che si tratti di dichiarazioni fornite da una persona molto vicina al “cerchio magico della ditta” e quindi, presumibilmente, molto bene informata. Facile perciò arrivare alla conclusione che la Levin sia stata usata per lanciare in avanti delle teorie nuove e finora inedite, di proposito.
Associare Kate, oggi 42enne, a Lady D, morta all’età di 36 anni passando attraverso l’uomo che le lega, è un azzardo, ma potrebbe rappresentare una spiegazione ai tanti misteri legati al suo lungo ricovero, definito “programmato”, ma che hanno lasciato molti dubbi dietro di sé, per la modalità e la tempistica. E se quindi non fosse un caso? Se la principessa del Galles avesse deciso di tacere sulle ragioni della sua ospedalizzazione per proteggere qualcosa che già la BBC aveva definito “serio”, ma che non riguarderebbe i suoi organi addominali, quanto il suo stato mentale. L’intervento programmato di chirurgia all’addome sarebbe lo specchio per le allodole usato per nascondere qualcosa di molto più delicato che, a questo punto, davvero potrebbe richiedere una lunga degenza, di quasi tre mesi, lontano da tutto e tutti e la vicinanza della sua famiglia.
Una piccolo indizio in più: sempre in questi giorni il corrispondente reale di Fox News avrebbe a sua volta ricordato come Kate abbia appena attraversato un momento pesante, in particolare a seguito delle rivelazioni contenute nel libro di Omid Scobie, biografo non ufficiale di Harry e Meghan. Nell’edizione pubblicata e poi subito ritirata in dicembre, in Olanda, i nomi dei due reali che avrebbero fatto insinuazioni sul colore della pelle del primogenito dei Sussex, Archie, erano scritti a chiare lettere indicando re Carlo e la principessa Kate. Un’accusa di razzismo davvero infamante per chi ha passato la sua vita a giocare la parte della ragazza, moglie e madre perfetta. Due indizi, ma nessuna prova.