Il governo italiano ha deciso di entrare in guerra contro gli Houthi, nel Mar Rosso. Penso che nell’opinione pubblica italiana, cloroformizzata dall’informazione del regime bipolare, non vi sia alcuna consapevolezza dell’enormità decisa. Apparentemente questa scelta sarebbe finalizzata al ripristino del traffico regolare delle navi nel mar Rosso, in realtà è un cambio radicale di collocazione geopolitica dell’Italia sul piano mondiale.

Vediamo perché. Innanzitutto, gli attacchi militari degli Houthi sono fatti in nome e per conto dello Stato dello Yemen il cui Parlamento ha appena votato l’inserimento degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e dello stato di Israele nell’elenco dei terroristi internazionali. L’Italia non partecipa quindi ad una missione militare contro una organizzazione terroristica ma contro uno Stato: lo Yemen.

In secondo luogo gli Houthi hanno detto chiaramente che intendono bloccare e colpire ogni nave che sia diretta ad Israele fino a quando non verrà fermato il massacro di Gaza. L’azione dello Yemen è quindi una precisa azione di guerra finalizzata ad interrompere gli scambi commerciali con Israele fino a quando l’esercito israeliano continuerà il genocidio del popolo palestinese a Gaza. Si può discutere quanto si vuole dell’azione degli Houthi ma è del tutto evidente che stanno compiendo un’azione militare finalizzata a spingere Israele a porre termine ad un massacro che – a parole – quasi tutto il mondo condanna. Ribadisco che qualunque sia il giudizio si dia su questa azione di guerra – e io che sono contro la guerra non posso che condannarla – di questo stiamo parlando e non di altro.

In questo contesto il governo italiano non sta facendo un’azione contro dei terroristi ma si sta schierando all’interno dell’ultra decennale conflitto tra lo stato di Israele occupante e il popolo palestinese occupato e sottoposto a genocidio. Lo fa entrando in guerra come alleata di Israele contro una nazione che sta combattendo Israele.

Spero di essere riuscito a rendere chiaro cosa sta succedendo: il governo Meloni sta seppellendo 70 anni di politica estera italiana che ha sempre teso ad essere un punto di mediazione all’interno del conflitto mediorientale e ad avere una attenzione per i diritti del popolo palestinese. Spero si comprenda l’enormità della scelta fatta: questa volta sono Andreotti e Craxi che si stanno rivoltando nella tomba perché un tasso di servilismo verso gli Stati Uniti di questo livello non si era mai visto. Qui ogni margine di autonomia scompare di fronte all’arruolamento puro e semplice.

Questo atto del governo rende quindi il nostro paese direttamente corresponsabile del genocidio che il governo israeliano sta compiendo contro il popolo palestinese, ci trasforma in una nazione belligerante, complice fino in fondo di chi sta massacrando la popolazione di Gaza. Non è un caso che negli anni scorsi l’esercito italiano sia stato scelto per una missione di pace e di interposizione nel Libano tra esercito israeliano ed Hezbollah. Di noi si fidavano entrambe le parti, potevamo giocare un ruolo di pace per questo. Adesso, nel momento in cui Israele compie il genocidio che sta facendo a Gaza, ci schieriamo con i carnefici: si tratta di un atto criminale e voglio sperare che il Parlamento possa fermare questa follia che ha anche altri aspetti, potenzialmente molto pericolosi per l’Italia.

E’ infatti evidente che la situazione che si sta determinando con il genocidio a Gaza rende possibile un allargamento del conflitto nell’area mediorientale. L’Italia ha deciso di parteciparvi? Nel momento in cui si rischia la guerra nell’area, il governo Meloni ha deciso di coinvolgere direttamente il nostro paese? Si tratta di una scelta irresponsabile, che ricalca un vizietto della parte politica della Meloni: evidentemente ha la stessa paura che portò Mussolini nella seconda guerra mondiale, la paura di restare fuori dalla spartizione del bottino pensando che si vinca facile…. Una miopia di dimensioni drammatiche.

Non sfugge a nessuno che il governo dello Yemen è legato – come gli Hezbollah – al governo iraniano. Sarà invece forse sfuggito a molti ma tra Iran e Russia è in corso di definizione di un grande trattato intergovernativo in cui sia previsto un mutuo intervento nel caso una delle due nazioni venga attaccata. In pratica chi attaccasse direttamente l’Iran sul suo territorio, rischierebbe di trovarsi in guerra con la Russia.

In altre parole, se il genocidio che sta facendo il governo israeliano non viene fermato rapidamente, vi sono tutti i presupposti perché l’orrore a cui stiamo assistendo degeneri ulteriormente in una guerra. L’Italia ha deciso di entrarci? Io penso che dovremmo, come recita la nostra Costituzione, fare il contrario di cosa sta facendo il governo: non dovremmo inviare alcuna nave nel Mar Rosso e dovremo fare tutto il possibile – dalla diplomazia alle sanzioni all’interruzione delle relazioni di cooperazione – per obbligare il governo israeliano a desistere dalla propria azione terrorista. Dovremo in altre parole lavorare per la pace e non fomentare ed infilarci nella guerra.

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