Siparietto a Otto e mezzo (La7) tra il direttore editoriale del Secolo d’Italia, Italo Bocchino, e l’editorialista di Repubblica, Massimo Giannini, sulla grandeur meloniana narrata dall’ex parlamentare del Pdl.
Tutto parte dal commento del direttore di Limes, Lucio Caracciolo, che, a proposito degli attacchi lanciati dalla presidente del Consiglio all’indirizzo di Repubblica, osserva: “Alzare questi polveroni e prendersela con la stampa e con i media vuol dire che non hai molto da dire sulle cose concrete. Noi siamo un paese oggettivamente in difficoltà, anche nel contesto geopolitico dove siamo messi notevolmente male. E quindi ci aspettano momenti molto duri, specialmente con la ripresa dell’austerità, che sarà una mazzata micidiale“.
E lancia una bordata sull’autonomia differenziata: “Siamo un pase che di tutto ha bisogno fuorchè di disperdere ancora il potere. Insomma, siamo messi in una situazione che oggettivamente è difficile, e non per colpa della Meloni o di qualcun altro. Ma le cose stanno così. E la Meloni se la prende coi giornalisti, vabbè“.
Dissente in toto Italo Bocchino che, pur accreditando autorevolezza a Caracciolo, cita l’Economist, secondo cui “fra tutti i Paesi europei, l’Italia è per una volta tra quelli che destano meno preoccupazione”.
Bocchino aggiunge: “Come giornalisti, ci dobbiamo chiedere: come è possibile che sulla nostra stampa l’Italia è rappresentata come un paese allo sfascio? La mattina, quando leggo i giornali, sono sconvolto, mi preoccupo e mi dico: ‘Fammi chiamare i miei figli, si sta sfasciando tutto, il paese è alla fine’. Poi vado sul sito dell’Istat, mi leggo i dati e dopo mi faccio una doccia sereno e tranquillo, perché so che sto in una Italia che sta crescendo, dove l’indice di fiducia dei cittadini è maggiore di ieri, il risparmio delle famiglie è maggiore di ieri, la ricchezza è maggiore di ieri, l’inflazione è minore di ieri”.
“E questo film dove l’ha visto?“, chiede la conduttrice Lilli Gruber.
“Bocchino ha una doccia particolare – ironizza Giannini – Vengo a fare una doccia da te la prossima volta”.
“Non con me, però. Stai lontano da me“, ribatte Bocchino.
“Con te no, ma nella tua doccia – replica Giannini – così troverò la vita più bella”.
“Leggete i dati Istat – ribadisce l’ex finiano – E vedrete che quello che scrivono i giornali italiani è sbagliato”.
Diritto di replica viene dato a Caracciolo, che commenta: “Io non sono certo convinto che la stampa italiana sia la migliore del mondo, ma sono perplesso quando sento giudicare l’Italia attraverso i giornali stranieri, che ci capiscono davvero poco del nostro paese, come hanno dimostrato varie volte. Tra l’altro, forse l’Economist aveva anche un tono leggermente ironico, perché ha descritto l’Italia come un paese che da solo non è nelle condizioni di nuocere gli altri paesi europei, quindi basta che non affondi e va tutto bene”.
E conclude, ribadendo: “Onestamente la situazione non mi pare così positiva dal punto di vista della sicurezza, dell’economia e soprattutto delle politiche fiscali. Ma poi vogliamo parlare della demografia? Del divario tra Nord e Sud? Dell’istruzione? Insomma, non è il paese di Bengodi. Rispetto ad altri paesi, per carità, siamo fortunati, ma rispetto a quello che potremo essere c’è parecchio da lavorare”.