Il Trentino si appresta ad approvare una legge con cui si consente, per il 2024 e il 2025, di ammazzare 8 orsi all’anno, con la motivazione che sono pericolosi per l’uomo, per l’agricoltura e per il turismo. Lo ha deciso all’unanimità la giunta, con l’approvazione entusiastica di una deputata di FdI, secondo cui “se ce ne sarà bisogno mi auguro che la quota degli abbattimenti possa essere in futuro ulteriormente ampliata… perché la maggioranza della popolazione trentina è a favore dell’abbattimento di esemplari pericolosi e la stragrande parte degli elettori di FdI la pensa così”. In realtà, la strage è già in atto visto che dalla fine di aprile 2023 in Provincia di Trento sono già stati rinvenuti 7 orsi morti e si presume che ve ne siano altri, uccisi e non ritrovati.

Ovviamente, di parere completamente opposto sono le associazioni ambientaliste e di animalisti (come LAV e WWF) le quali non negano che il problema esiste ma evidenziano che esso va risolto, come si è fatto in altri paesi, non ammazzando gli orsi ma affrontando la tematica della coesistenza tra uomo e orso, seguendo un approccio razionale e scientifico, che garantisca innanzitutto la diffusione di corrette conoscenze su questa specie e delle buone pratiche di comportamento da tenere in un’area di presenza di grandi carnivori. Tanto più che proprio in questo senso il Ministero dell’ambiente si era mosso recentemente con una serie di audizioni.

Ma anche dal punto di vista giuridico ci sono forti perplessità. Non solo perché recentemente la tutela degli animali è direttamente entrata nella Costituzione, la quale oggi (art. 9) proclama che “la Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”, aggiungendo subito dopo che “la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Ma anche perché gli stessi principi vengono affermati dalla normativa comunitaria, tanto è vero che pochi giorni fa il Tar di Trento ha chiesto alla Corte europea di Giustizia di valutare la legittimità di due ordinanze di abbattimento di orsi firmate dal presidente della Provincia di Trento. Alla stessa Corte, cioè, che, proprio in questi giorni, investita di analoga questione per l’uccisione dei lupi tirolesi, si è espressa decisamente in senso negativo, invitando a valutare le possibili alternative con i relativi costi di adattamento.

Ma vi è di più. Perché, in realtà, oggi gli orsi del Trentino sono limitati ad un numero di circa 100 esemplari e, come evidenzia il Wwf, un numero così alto di abbattimenti rischia di “mettere seriamente a rischio il futuro di questa specie sull’arco alpino”. Si delinea, così, la possibilità che si realizzi anche l’evento vietato dal delitto di inquinamento ambientale, ipotizzabile, secondo la Cassazione (sent. n. 18934 del 2017), quando “in una determinata zona si attui una drastica eliminazione degli esemplari ivi esistenti, con una compromissione o un deterioramento dell’ecosistema, da intendersi, in assenza di specifica definizione, quale equilibrata interazione tra organismi, viventi e non viventi, entro un determinato ambito”.

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