Giustizia & Impunità

Alessia Pifferi, l’avvocata: “Ormai è un’amica, abbandonata da tutti. Non rinuncio all’incarico”

“Sono molto tranquilla, non ho fatto niente di male. E non rinuncio assolutamente all’incarico. Alessia Pifferi ormai è un’amica, abbandonata da tutti: in carcere le porto cibo, vestiti e soldi. E se potessi, la porterei a casa mia. Penso che abbia un deficit cognitivo importante. La relazione delle psicologhe contestata dai pm sul suo basso quoziente intellettivo? Venne realizzata prima della mia nomina”. Così Alessia Pontenani, avvocata della donna imputata per aver fatto morire di stenti la figlia di 18 mesi Diana e ora finita indagata per falso ideologico, ha spiegato a a Repubblica di non avere intenzione di tirarsi indietro dal suo incarico: “Non ci penso proprio. Ieri l’ho vista, mi ha detto: mi raccomando. Si è affezionata, e anch’io a lei. La Corte deve decidere se sono incompatibile o meno all’incarico. Io non rinuncio. Voglio fare la discussione finale”.

A essere indagate, oltre a lei, sono anche le due psicologhe del carcere di San Vittore. “Sono molto tranquilla, non ho problemi – ha dichiarato la legale di Pifferi a La Vita in Diretta-, il mio Ordine, la Camera penale di Milano, si è giustamente fatta sentire perché questa non è una cosa che riguarda me, io non ho nessun problema e non ho intenzione di tirarmi indietro, salvo venga costretta ad abbandonare la difesa, l’ho detto questa mattina ad Alessia, che era molto preoccupata, perché sono andata subito in carcere. Questo è un tentativo mal fatto di eliminare il ruolo dell’avvocato. Non c’è nessuna norma che mi vieta di parlare con una psicologa di San Vittore che assiste la mia assistita”, quindi “non capisco dove sia il problema”.

Nel carcere di San Vittore Alessia Pifferi “è molto, molto preoccupata e infatti era molto felice di avermi visto perché ieri – riferisce l’avvocato Pontenani – ha detto che ha provato a chiamarmi ma io ho ricevuto centinaia di chiamate, perlopiù di insulti”. La mamma in carcere con l’accusa di aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi teme – riferisce l’avvocato – “di essere di nuovo abbandonata da tutti. Ora non potrà ovviamente più vedere le psicologhe, che le sono state di supporto e di aiuto, e all’interno del carcere in questo momento sono tutti un pochino spaventati perché avvicinarsi alla Pifferi diventa rischioso. Quindi rimango io e spero di non essere costretta ad abbandonare la difesa. Questo lo deciderà la Corte nel momento in cui il pubblico ministero dovesse sollevare la questione della mia incompatibilità, e mi auguro che non accada. Vedremo cosa succederà il 4 marzo”. Nel frattempo “il 27 febbraio verrà depositata la perizia – ha concluso il legale – il termine è prossimo e stabilirà se Alessia Pifferi è un mostro o se è una donna che si è trovata all’improvviso da sola, abbandonata da amici, fidanzati, amanti, e non voglio mettere familiari però forse anche familiari, e si è trovata a gestire una situazione che non è riuscita a gestire, senza comprendere quello che stava accadendo”.