Prima la protesta accesa. Ora la tensione fredda. Sull’Orchestra Sinfonica Siciliana il sipario non cala. Il clima è sempre tesissimo. E si cercano i ribelli. Non è andato proprio giù ai piani alti l’ammutinamento di “lady bacchetta” da parte dei musicisti durante e dopo due serate sold out al Politeama di Palermo. Beatrice Venezi, sul podio, ha solo pensato di dirigere gli orchestrali nell’esecuzione del Concerto in re maggiore per violino di Čajkovskij e della Quinta sinfonia. In realtà non ha diretto nulla. Loro hanno preferito fare da soli. Nemmeno uno sguardo. Occhi sullo spartito e occhiate di intesa l’un l’altro sui tempi. Motivo? “Non sa dirigere, i suoi movimenti sono scoordinati rispetto alla partitura”, “Meglio fare da soli”, “Durante le prove ha reso più difficile il nostro lavoro invece che agevolarlo”. Queste le dichiarazioni a Repubblica.
La Foss non solo ha suonato dissociata dai movimenti della direttrice, pura coreografia a quel punto, ma si è rifiutata anche di offrirle il tributo finale. Ha salutato invece con il caloroso rituale del battito dei piedi sul palco il violinista Stefan Milenkovich. Il nutrito gruppo di ribelli ha dichiarato alla stampa la totale sfiducia nelle capacità professionali di Beatrice Venezi, fra l’altro candidata a diventare direttrice artistica della Foss. “Ci è stata presentata come Bernstein” ma “non è un nome di cui mi vanterei nel mio curriculum”, hanno sottolineato alcuni professori d’orchestra.
Ma i sindacati Libersind e Uilcom hanno preso le distanze da quelle dichiarazioni al veleno. E dopo un faccia a faccia del sovrintendente Andrea Peria con gli orchestrali è arrivata – a riportarlo è ancora il quotidiano Repubblica – anche la lettera di presa di distanza firmata dalla gran parte dei leader di ogni sezione strumentale: le prime parti. Insomma. Un passo indietro rispetto alla decisione, presentata inizialmente come comune, di non seguire la direttrice per non essere disorientati.
Così, mentre Peria rinnova tutta la sua solidarietà e stima a Venezi, la situazione si fa sempre meno compatta. C’è chi fa dietrofront, chi rifiuta di prendere una posizione netta di scontro con la dirigenza e temporeggia, chi sostiene che i panni sporchi si lavino in casa senza cassa di risonanza mediatica, chi, chiedendo però di rimanere anonimo, rafforza ancora di più la posizione: “Le affermazioni rilasciate dai colleghi contro Beatrice Venezi sono perfettamente corrispondenti alla realtà”. A sentire i ribelli, la buona riuscita del concerto è dipesa solo dalla professionalità dell’Orchestra che si è sovraccaricata di una responsabilità in più: “Non è stata certo una passeggiata suonare con una direttrice che conosce le partiture ma non è in grado di controllare l’orchestra”.
Nessun motivo politico. Nessun collegamento con il fatto che sia consulente al ministero della Cultura, confermano ancora una volta gli orchestrali. Solo inadeguatezza professionale. Intanto l’atmosfera si fa incandescente. La settimana prossima Venezi è attesa per le prove del nuovo concerto: le musiche di Šostakovič tecnicamente sono molto complesse. “Personalmente avrei chiamato un altro direttore al posto suo”, spiega un musicista. “Noi la seguiremo e se qualcosa andrà storto qualcuno continuerà a suonare, qualcun altro invece si fermerà”, gli fa eco un altro.