Tra lo stupore generale di commensali e staff, Kösen ha ordinato una delle pizze nel menù che in questo ultimo periodo sta facendo ampiamente discutere l’opinione pubblica: la pizza con l’ananas
L’uomo più alto del mondo, Sultan Kösen (classe 1982) è attualmente in Italia, più precisamente a Napoli. Oltre a essere l’uomo più alto del mondo, Kösen ha anche il record delle mani più grandi del mondo (28 cm). Non solo: fino a maggio 2011 possedeva anche il record di piedi più grandi del mondo (37 cm). Ieri, con i suoi 251 cm, l’uomo insignito dei due Guinness world record è entrato in compagnia di amici nella pizzeria del Vomero di Gino Sorbillo. Tra lo stupore generale di commensali e staff, Kösen ha ordinato una delle pizze nel menù che in questo ultimo periodo sta facendo ampiamente discutere l’opinione pubblica: la pizza con l’ananas.
A tal proposito Sorbillo ha dichiarato a Il Messaggero: “Solitamente ci segnalano la presenza di una personalità, ma lui è entrato con degli amici come un cliente qualunque ed ha ordinato la pizza (…). Il fatto che l’abbia presa fa capire ancor di più che solo da noi l’ananas, come ingrediente, non viene accettato. La pizza napoletana è ormai un piatto internazionale. Fin quando pensavamo che fosse legata solo alla tradizione, neanche la pizza napoletana aveva l’eco che invece ha oggi”.
Un problema, secondo il Re della pizza, ben più radicato: “Fino a qualche anno fa non si usavano neanche il prosciutto crudo, i carpacci o la zucca. Anche la famosa “mortadella e pistacchio” è nata recentemente. Se si guarda un menu degli anni ’90, tutti questi ingredienti non erano presenti e mi meraviglio di come si polemizzi solo sull’ananas. Tanti anni fa sono stato tra i primi a dire che bisognava aprirsi anche ad altri modi di fare pizza, come lo stile romano o quello Veneto. Fin quando si voleva nascondere il “segreto di Pulcinella” siamo rimasti lì dove eravamo. L’apertura ha fatto crescere la nostra categoria”.
Per poi concludere: “La pizza napoletana rimane la mia preferita e, secondo me, in ogni variante del mondo c’è sempre una radice napoletana. Non possiamo rimanere chiusi. Dobbiamo rimanere al passo, anche con gli ingredienti”.