Violenza privata, molestie, stalking e abuso di autorità. Sono i reati contestati dalla procura di Modena a Giampaolo Cati, tenente colonello dell’Esercito e dal 2016 alla guida del centro ippico dell’Accademia militare della città emiliana. L’ufficiale era stato denunciato nel 2021 da 11 suoi sottoposti – quattro donne e sette uomini fra soldati semplici, sergenti e caporali – per fatti accaduti all’interno della struttura: “Il comandante mi avrebbe voluto mettere alla porta d’ingresso, diceva che così le persone sarebbero tornate per montare a cavallo e che era l’impiego più adatto a me. In questi tre anni mi sono sentita solo usata ed etichettata per il mio aspetto fisico”, ha raccontato al Corriere della Sera una di loro, una ragazza ex allieva del centro. Il colonello, racconta, le riservava delle attenzioni particolari, dicendole che voleva tenerla sempre nel maneggio per “rifarsi gli occhi” mentre era piegata a sistemare gli ostacoli. Faceva continue allusioni al suo aspetto fisico e la invitava a guardare sul suo telefonino con donne in intimo o mezze nude, dicendo “guarda questa, non vede l’ora di essere t…”, oppure “stasera me ne voglio andare che una di queste mi sta aspettando”.

L’indagato – a cui la Procura ha notificato l’avviso di conclusione indagini, preludio alla richiesta di rinvio a giudizio – nega ogni responsabilità e rivendica il suo rispetto per l’istituzione e il suo impegno nei confronti delle associazioni di volontariato che usufruiscono dell’ippoterapia. Ma anche qui la ragazza racconta un retroscena: “Un giorno mi ha sconvolto una sua confidenza. Mi ha spiegato che la sua strategia per catturare le donne era farle impietosire davanti alle foto di ragazzi disabili che facevano ippoterapia” dice. Quando poi era al maneggio a spazzare, spiega, il capo sorrideva: “Che scopatrice, come scopi bene”. Umiliata e frustrata per i comportamenti di Cati, si è rivolta a uno psicoterapeuta: “Avevo iniziato a soffrire di problemi alimentari e di insonnia, con una totale perdita di motivazione. Mi ero arruolata per questa divisa, per il significato profondo che le attribuisco, consapevole dei sacrifici e pronta ad affrontarli. Ma tutto ciò che ho vissuto in questi tre anni è molto lontano da ciò che immaginavo”. E così si è congedata.

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