Place Vendome, Parigi. E’ una sera insolitamente calda per essere fine gennaio, l’aria sa già di primavera. I flash dei fotografi illuminano la piazza, le urla della folla in visibilio si fanno via via più fievoli non appena si varca l’ingresso del palazzo. Saliamo il grande scalone d’onore e saliamo fino al secondo piano, dove si apre un’infilata di stanze in stile haussmaniano, tra stucchi candidi e sontuosi specchi dorati. Ad un tratto, iniziano a risuonare le note della Tosca di Puccini e l’aria si riempie della struggente voce di Maria Callas. Si abbassano le luci e inizia la magia. L’atelier di Maison Valentino si trasforma in uno spazio di attesa e meraviglia, dove i sogni prendono forma attraverso il rinnovarsi dei rituali unici dell’Haute Couture. Il tempo è come sospeso mentre le modelle sfilano tra i saloni indossando abiti da sogno, sotto lo sguardo ipnotizzato di un pubblico incantato. Sono le nuove creazioni del direttore creativo Pierpaolo Piccioli, che si conferma un artista dell’alta moda. Con la nuova collezione Valentino Le Salon Haute Couture Spring/Summer 2024, il direttore creativo ha superato sé stesso e, con la stessa istintiva maestria dei grandi couturier del passato, ha disegnato una collezione profondamente radicata nella vita moderna ma capace di incarnare l’essenza senza tempo della Couture.
Nell’era della tecnocrazia, dove sono gli algoritmi a dettare le tendenze e indirizzare i gusti mentre l’intelligenza artificiale si sostituisce sempre di più al pensiero umano, ecco che Piccioli rimette al centro l’unicità del sapere manuale. Mentre nel mondo si tagliano posti di lavoro sostituendoli con ChatGpt, lui apre una scuola di alta sartoria per formare giovani talenti e celebra l’artigianalità delle tante persone che rendono possibile l’esistenza di questi abiti-capolavoro. Le Salon, che dà il titolo alla collezione, è di fatto il cuore pulsante dell’haute couture: l’atelier, il santuario dove le visioni prendono vita e le collezioni di alta sartoria si plasmano. E’ il tempio dell’alto artigianato, dove si compie l’atto stesso della creazione dello stilista, la trasformazione dell’idea in realtà, possibile proprio dalla sapienza di chi vi lavora. “La Couture è ricerca ossessiva della perfezione, associata alla passione per il lavoro manuale e alla fascinazione per il processo. Ma è fatta di persone, di umanità, gesti e di rituali che la rendono così speciale. Perché sia rilevante ancora oggi, e non stantia, deve essere proiettata nella modernità ma a cambiare sono le sue forme, non la sostanza. Deve regalare l’esperienza dell’alta moda, senza essere fine a se stessa”, ha spiegato Piccioli presentando la collezione alla stampa italiana. E così, partendo dalle immagini più leggendarie dell’alta moda impresse nell’immaginario comune, ha ricreato quel senso di sacralità e teatralità in un défilé che si è chiuso sulle note potenti della “Casta Diva” di Maria Callas, con gli ospiti tutti in piedi ad applaudirlo commossi.
Il “Salon” diventa così un milieu culturale, un luogo dove la tradizione si fonde con il contemporaneo. La collezione è un connubio di tradizione e innovazione, un ritorno alle radici della moda d’élite con gli abiti baloon e i lunghi strascichi e, al contempo, un passo verso il futuro con i giubbotti parka e bluse di paillettes plasmate come piume. “E’ un guardaroba moderno ma fatto con gli stilemi dell’alta moda – spiega il direttore creativo di Valentino -. Ci sono le tracce della couture passata, quell’idea di grandeur, ma anche grande modernità. Ad esempio, con lo stesso cotone che viene usato per le divise da lavoro dei pompieri abbiamo fatto una gonna d’alta moda. Tessuto e colore sono identici, sono il taglio e le cuciture a fare la differenza. Per me il lusso non sta nella ricerca dei materiali più esotici o particolari, ma proprio nel fatto che per trasformare questo cotone in un capo di couture c’è voluto il tempo e il savoir-faire delle persone che ci hanno lavorato nell’atelier di Piazza di Spagna, a Roma. Sono il tempo e la cura a fare l’alta moda. In ogni capo c’è la storia di ognuno dei sarti che vi ha lavorato”.
Testimonianza della bellezza e sperimentazione dell’umanità, il cuore della Haute Couture batte in ogni cucitura di Valentino Le Salon Haute Couture Spring/Summer 2024. Con la sua visione, Pierpaolo Piccioli trasforma i sogni in realtà e incanta con un caleidoscopio di colori: ci sono gli abiti lunghi in Jersey drappeggiato, le gonne a ruota e i top ricamati trionfi di piume che sembrano vere e invece sono fatte di organza tagliata dalle abili mani delle ricamatrici della maison. Anche i soprabiti sono fatti con la stessa tecnica, plasmando la plastica delle paillettes in modo da ricreare l’effetto pelliccia. E poi i cappotti di cachemire, scolpiti nel tessuto on pochi ma efficaci tagli. Un modello indossa un trench che a prima vista sembra coccodrillo verde e invece è una sorta di mosaico in Pvc fatto a mano proprio per ricreare l’effetto della pelle del prezioso rettile. E poi il gran finale, con una serie di abiti fatti di impalpabile velo da sposa con pizzo chantilly intagliato a mano dalle abili sarte del Centro Italia. Piccioli invita a esplorare ogni elemento individualmente, ricalibrando ogni outfit come un’armonia di contrasti sincronici di colori, texture e significati. “L’alta moda oggi è ancora un luogo dove c’è il tempo di sperimentare, pensare, inventare, mentre tutt’intorno il mondo corre veloce”, chiosa Piccioli. “Ci vogliono centinaia di ore di lavoro nell’atelier di Piazza di Spagna per creare questi capi, il tempo di lavoro ha un costo che deve essere ricompensato in modo giusto: ecco spiegato anche il prezzo degli abiti”, spiega.
Gli accostamenti istintivi e inaspettati catturano l’immaginazione, trasformando i look in opere paradossali, un perfetto equilibrio tra pragmatismo e fantasia. E’ una collezione fresca, super contemporanea. Verrebbe da dire quasi quotidiana. E questa – solo apparente – semplicità dei capi viene esaltata dal contrasto con la figura di Maria Callas e con Place Vedome, emblema di una certa élite del lusso. Solo Pierpaolo sa come rendere straordinario anche l'”ordinario”. Ma se riesce a farlo è grazie anche – e soprattutto – al grande team di artigiani che lavorano con lui: “Ciò che ci permette di continuare a fare l’alta moda è il talento. Se non si impara e non si tramanda questo talento, allora l’alta moda è destinata a finire. Per questo a me piace salvare i rituali. In fondo, è il fare l’esperienza di questa ritualità che la rende preziosa”.