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Cristina Golinucci, spunta una nuova pista che porta ai Bambini di Satana di Marco Dimitri. Il testimone: “Cercate nella cisterna del convento”

Oggi è previsto un corteo a Ronta di Cesena per ricordare il compleanno della ragazza, guidato dalla madre di Cristina Marisa degli Angeli che da allora chiede ogni giorno verità e giustizia per sua figlia

di Alessandra De Vita

“Cercate nella cisterna del convento”: è l’ultima segnalazione di un uomo che ha riacceso l’attenzione sul caso di Cristina Golinucci, scomparsa il primo settembre del 1992 a Cesena. Oggi, è previsto un corteo a Ronta di Cesena per ricordare il compleanno della ragazza, guidato dalla madre di Cristina Marisa degli Angeli che da allora chiede ogni giorno verità e giustizia per sua figlia. Sarà l’occasione per rinnovare l’appello a chi, cinque anni dopo la scomparsa, recapitò un messaggio affidato a una lettera alla Procura di Forlì. Il contenuto era identico a quello della telefonata giunta pochi giorni fa a un quotidiano locale, e riporta la stessa indicazione sul posto in cui cercare il suo corpo.

Lo scorso anno era stato già riaperto il caso della 21enne di Cesena scomparsa davanti al convento dei frati Cappuccini, sulle colline della sua città. La Procura di Forlì aveva deciso di riaprire le indagini ma lo scorso dicembre ha avanzato la richiesta di archiviazione rigettata poi dal Gip che ha deciso di proseguire. Il fascicolo era stato aperto grazie alle delle testimonianze di due donne che sarebbero state molestate nel 1992 da un uomo che gravitava intorno all’ambiente cattolico, lo stesso giro che frequentava la Golinucci. La storia di Cristina è stata spesso associata dagli inquirenti anche al tragico destino di Chiara Bolognesi, 18enne ritrovata nel fiume Savio il 31 ottobre del ’92 – un mese e mezzo dopo la scomparsa di Cristina – la cui morte fu subito archiviata come suicidio.

Il nuovo messaggio

L’ultima e recente segnalazione, riportata nei giorni scorsi dal Corriere di Romagna, è stata rilasciata da un uomo sulla settantina, un ex dipendente di Romagna Acque che si trovava, in quegli anni, nei luoghi dove scomparve Cristina: le colline del convento dei Frati Cappuccini dove la 21enne quel giorno aveva un incontro con il suo padre spirituale Lino Ruscelli. Questa persona avrebbe detto che in quella zona erano in corso degli scavi per un pozzo e dei lavori l’acquedotto comunale. “Il mio tarlo – ha spiegato il 69enne – è che se qualcuno ha fatto del male a Cristina in quel posto dove c’erano scavi in corso e terra che veniva poi trasportata alla discarica di Rio Eremo, l’aggressore e omicida della ragazza avrebbe avuto gioco facile nel poterne seppellire il cadavere sotto uno strato di tufo. Visto che l’area era già molto scavata e della`terra mossa´ ulteriormente non avrebbe destato alcun tipo di sospetti”.

Il biglietto del ‘97

I luoghi in cui si suggerisce di cercare sono gli stessi indicati nel vecchio biglietto. Lo ha notato studiando gli atti dell’epoca l’avvocato della madre di Cristina, Barbara Iannucelli che ha dichiarato a FqMagazine: “Su quella lettera c’era scritto: “Cercate nel convento e dove l’Amga e l’Enel hanno scavato, nei pressi della cisterna”. Nessuno però all’epoca volle procedere. In quei luoghi in sarebbe stato facile nascondere un corpo senza attirare sguardi o lasciarsi scoprire. Purtroppo non si comprende il mittente, sulla busta c’è solo il nome di un calciatore famoso in zona all’epoca, Adriano Piraccini. Credo il posto indicato fosse facilmente utilizzabile per nascondere un corpo, non basta scavare una buca, deve essere anche profonda e lì c’erano già covi aperti e fruibili. Nel 2010 la zona fu ispezionata col metal detector che però non scende più di un metro in profondità”. Anche lo zio di Cristina, Pino, ricorda bene di questo cantiere nei giorni in cui sparì la ragazza, aggiungendo che alcuni buchi e certe fosse furono ricoperte appena una settimana dopo la scomparsa di sua nipote.

La pista satanica

Molti dei sospetti si concentrano ancora sul sudafricano Emanuel Boke, ospite in quei giorni del convento. L’uomo confessò l’omicidio in cella a Padre Lino ma poi ritrattò tutto per darsi infine alla macchia facendo perdere le sue tracce in Francia dove è ricercato per reati sessuali commessi a Cesena. Ma c’è un’altra pista. “Il 28 ottobre del 1992 – dice l’avvocato Iannucelli a FqMagazine– due ragazzi andarono spontaneamente dai carabinieri. Questa dichiarazione che ho letto dagli atti mi ha colpito molto, contrasta l’omertà incredibile che ha coperto il destino di Cristina. Diedero all’arma una lista di nomi di persone affiliate a una setta satanica perché avevano saputo che Cristina era in mano ai satanisti. Seguendo questa pista i carabinieri arrivarono ad acquisire gli atti di giugno del ’92, ovvero di pochi mesi prima, quando un uomo era andato dai carabinieri perché era pentito di aver partecipato, pagando due milioni di lire, a un rito satanico. Dal verbale si legge che l’8 giugno del 1992 i carabinieri fecero irruzione in un casolare a Savignano sul Rubicone, a pochi chilometri da dove scomparve Cristina, dove trovarono degli uomini incappucciati radunati intorno a una donna nuda con cui avrebbero dovuto congiungersi carnalmente, a pagamento. A dirigere tutto era il bolognese Marco Dimitri, leader dei “Bambini di Satana” (scomparso nel 2021, ndr). Questa donna disse di non essere stata costretta ma convinta. Ci vedo poco di esoterico in tutto questo, per me si tratta di sfruttamento della prostituzione e spaccio di sostanze illegali ma mi ha impressionato che questa donna non fosse stata legata. Ha raccontato ai carabinieri che era stata persuasa di essere una sacerdotessa e che questo rito fosse necessario. Sentirò questa donna, voglio capire quale fosse il metodo di reclutamento e se c’erano altre ragazze con lei”. “È tutto sempre più ingarbugliato, non so più cosa pensare, so solo che la verità è una”, dichiara a FqMagazine la madre di Cristina, Marisa degli Angeli. “Come mamma non so se riuscirò ad avere la verità su mia figlia, me sto qui ad asciugare la panchina dedicata a Cristina. Sempre peggio, fa tutto sempre più male, cosa c’è di vero? Non so più cosa fare, spero non chiudano le indagini, c’è da impazzire”.

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