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Anche Roma ferma i finanziamenti all’agenzia Onu per i palestinesi, Olp: “Rischio politico”. Israele: “Unrwa fuori da Gaza”

“Non è compito dell’Unrwa annunciare posizioni politiche sul conflitto, ma piuttosto difendere il diritto dei rifugiati che rappresenta”. Così Hamas che ha condannato, chiedendone la revoca, la decisione dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi di licenziare 12 suoi dipendenti “sulla base di informazioni provenienti dal nemico sionista”. In una nuova dichiarazione su Telegram, Hamas ha attaccato l’Agenzia dell’Onu per aver “descritto la resistenza del popolo palestinese come terrorismo” e ha parlato di “diritto di protezione e di resistenza all’occupazione con ogni mezzo possibile”.

La dichiarazione è arrivata qualche ora dopo l’altolà dell’Olp secondo la quale ritirare i finanziamenti all’Unrwa comporta un rischio politico. L’Organizzazione per la liberazione della Palestina ha fatto appello ai Paesi che hanno congelato i finanziamenti all’agenzia Onu chiedendo di rivedere la loro posizione, visto che questa scelta “comporta un rischio politico e per gli aiuti”. L’appello è stato pubblicato sul social X da Hussein al Sheikh, segretario generale dell’Olp e alto funzionario dell’Autorità nazionale palestinese.

“Questa decisione – ha ammonito – comporta un rischio politico. Gli stati sono invitati a ritirare immediatamente la loro decisione”. Poche ore prima, ultimo in ordine cronologico, era stato il governo italiano, per bocca del ministro degli esteri, Antonio Tajani, ad annunciare di aver “sospeso i finanziamenti all’Unrwa, dopo l’atroce attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Paesi Alleati hanno recentemente preso la stessa decisione. Siamo impegnati nell’assistenza umanitaria alla popolazione palestinese, tutelando la sicurezza di Israele”.

L’annuncio, sempre tramite il social X, è arrivato all’indomani della notizia che ha portato al centro delle polemiche l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, dopo le accuse secondo cui dodici suoi dipendenti potrebbero essere stati coinvolti nell’attacco di Hamas del 7 ottobre. La decisione dell’Italia ha allineato il Paese alle posizioni degli Stati Uniti, ma anche di Canada e Australia, che hanno temporaneamente sospeso il versamento di fondi all’agenzia dopo lo scandalo.

Il governo di Ottawa in particolare sabato mattina ha ordinato una “pausa temporanea” nell’erogazione dei “fondi ulteriori” all’Unrwa, come ha detto il ministro canadese allo Sviluppo internazionale, Ahmed Hussen, precisando che il Canada non smetterà di aiutare i civili palestinesi a Gaza. “Le accuse di coinvolgimento del personale dell’Unrwa negli esecrabili attacchi terroristici del 7 ottobre sono profondamente preoccupanti. L’Australia accoglie con favore la rapida risposta dell’Unrwa e si impegnerà a fondo nelle indagini. Stiamo parlando con i partner e sospenderemo temporaneamente l’erogazione dei recenti finanziamenti”, è stato invece l’annuncio della ministra degli Esteri dell’Australia Penny Wong.

Al gruppo si sono poi unite anche Finlandia e Gran Bretagna. Il ministro del commercio estero finlandese Ville Tavio ha scritto su X di aver preso personalmente la decisione. “Stiamo aspettando un’indagine indipendente e approfondita. La politica della Finlandia è che i sussidi a favore di Hamas non vengono pagati”, ha dichiarato Tavio, “i soldi finlandesi non devono andare a Hamas o ad altri terroristi. Il sospetto che i dipendenti del beneficiario dell’aiuto siano coinvolti in un attacco terroristico porta alla sospensione dell’aiuto”.

Analogamente Londra ha parlato di sconcerto per le “accuse secondo cui il personale dell’Unrwa sarebbe stato coinvolto nell’attacco del 7 ottobre contro Israele”. In una dichiarazione al Guardian il ministero degli Esteri ha affermato: “Il Regno Unito è sconvolto dalle accuse secondo cui il personale dell’Unrwa sarebbe stato coinvolto nell’attacco del 7 ottobre. Stiamo temporaneamente sospendendo i finanziamenti futuri all’Unrwa, esaminiamo le accuse. Restiamo impegnati a fornire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza”.

Dal canto suo Israele fa sapere che Tel Aviv “farà in modo che l’Unrwa non sia parte del dopoguerra a Gaza“, come ha detto il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, aggiungendo che “lavorerà” per ottenere il sostegno bipartisan negli Usa, nell’Ue e in altre nazioni a livello globale a favore di questa politica volta a fermare le attività dell’Unrwa a Gaza. Mentre Hamas in una nota ha sottolineato “l’importanza del ruolo di queste agenzie nel fornire soccorso al nostro popolo e nel documentare i crimini dell’occupazione”.

“Chiediamo che l’Onu intraprenda immediatamente azioni personali contro la leadership dell’Unrwa”, è di contro la richiesta di Israele. Secondo Katz “l’Unrwa deve pagare un prezzo per le sue azioni”, poiché “perpetua la questione dei rifugiati, ostacola la pace e funge da braccio civile di Hamas a Gaza”. E ancora: “L’Unrwa non è la soluzione: molti dei suoi dipendenti sono affiliati ad Hamas con ideologie omicide, che contribuiscono alle attività terroristiche e preservano la sua autorità”.

Da settimane Israele sostiene che il personale dell’Unrwa ha avuto un ruolo negli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Ma questa volta le accuse sembrano sostenute da prove circostanziate, poiché hanno portato al licenziamento di 12 membri dell’agenzia oltre a scatenare la dura reazione dei vertici del Palazzo di Vetro, ma anche di Washington e Bruxelles.

“Le autorità israeliane hanno fornito informazioni sul presunto coinvolgimento di diversi dipendenti nei terribili attacchi del 7 ottobre. Per proteggere la capacità dell’agenzia di fornire assistenza umanitaria, ho preso la decisione di rescindere immediatamente i contratti di queste persone e di avviare un’indagine per stabilire senza indugio la verità”, ha annunciato venerdì il commissario generale di Unrwa Philippe Lazzarini, ribadendo la condanna degli attacchi di Hamas e parlando di “accuse scioccanti”.

Lazzarini non ha rivelato la natura di tale presunto coinvolgimento, ma ha assicurato che “qualsiasi dipendente coinvolto in atti di terrorismo sarà ritenuto responsabile, anche attraverso procedimenti penali”. Mentre il segretario generale Antonio Guterres si è detto “inorridito dalla notizia”. In una nota del portavoce “ha chiesto a Lazzarini di indagare rapidamente sulla questione e garantire che qualsiasi dipendente Unrwa che ha partecipato o favorito gli attacchi venga immediatamente licenziato e deferito per un potenziale procedimento penale”.

La notizia sull’agenzia delle Nazioni Unite, che ha circa 13.000 dipendenti palestinesi nella Striscia di Gaza, è arrivata mentre i rapporti tra l’Onu e Israele sono ai minimi termini, con lo Stato ebraico che in più occasioni ha attaccato duramente il Palazzo di Vetro e le sue agenzie. E lo stesso segretario generale Guterres che, pur condannando senza appello i massacri di Hamas, allo stesso tempo ha puntato il dito contro Tel Aviv per la “punizione collettiva” dei palestinesi e il rifiuto del premier Benyamin Netanyahu della soluzione dei due Stati.