Fedez lancia l’allarme sulla scarsità di enzimi pancreatici. Il rapper, marito di Chiara Ferragni, è stato operato al pancreas per un tumore a marzo del 2022 e assume questo farmaco che surroga le funzioni di un organo asportato o ridotto, necessario ai pazienti per assimilare il cibo. “Sto ricevendo tantissime mail su un problema che ho riscontrato anche io – esordisce Fedez nelle sue Storie su Instagram -. Essendo stato operato al pancreas, come tutte le persone come me ho bisogno di assumere enzimi pancreatici per poter mangiare e assimilare il cibo, e stiamo avendo dei problemi. L’azienda che li produce sembrerebbe essere una sola, e da un mesetto a questa parte sembra non si trovino”. E ancora:”Un problema che sto riscontrando anche io – spiega il rapper – che avevo da parte una piccola scorta di enzimi pancreatici, li sto finendo e non riesco a trovarli”. “Come si può risolvere? Senza non possiamo mangiare, non assimiliamo nulla e quando andiamo in bagno non è divertente“, aggiunge Fedez che poi pubblica una serie di messaggi nei quali diversi utenti gli fanno presente che il problema è sentito da più parti. “Sembrerebbe che la questione sia più grande di quanto sembrasse all’inizio e che nel nord Italia non ci sia più. Mandateci le vostre mail così provvederemo a contattare l’Aifa”, conclude taggando nelle stories il Ministero della Salute.
La nota del Ministero della Salute: “Stiamo seguendo la questione” – E non si è fatta attendere la replica del Ministero: “Riguardo alla carenza di enzimi pancreatici, si precisa che la questione riguarda, nello specifico, il farmaco Creon. Si tratta di una situazione nota e indipendente dalle attività regolatorie di Aifa, che ha già da tempo fornito ai pazienti e agli operatori sanitari adeguate informazioni anche di carattere operativo”, si legge in una nota. “Ad oggi l’unica azienda produttrice (Viatris Italia Srl) ha comunicato l’impossibilità di soddisfare la domanda per eccesso di richiesta – prosegue il Ministero – Tuttavia, come per altro già comunicato da Aifa attraverso le procedure ordinariamente utilizzate in caso di carenza di farmaci, l’Agenzia consente alle strutture sanitarie l’importazione per analogo farmaco autorizzato all’estero, nel caso in cui le strutture stesse dovessero riscontrare discontinuità nella fornitura, a livello delle reti distributive cui hanno accesso – sottolinea – Inoltre, le farmacie che non dovessero reperire il prodotto negli usuali canali distributivi possono effettuare un ordine diretto al titolare tramite l’apposito servizio di Customer Service”. Il Ministero della Salute conclude facendo sapere che “segue la questione, così come tutte quella afferenti a fattispecie di carenza di farmaci, con grande attenzione e pone in essere tutte le attività di competenza finalizzate a garantire la continuità terapeutica dei pazienti”.
L’informativa di Aifa: “Fino al 2025 distribuzione contingentata” – Le prime avvisaglie di carenze di questo farmaco sono arrivate già nell’autunno del 2023, quando l’Agenzia italiana del farmaco aveva inviato agli operatori sanitari una nota informativa annunciando che la distribuzione sarà contingentata probabilmente fino al 2025. “A causa di problemi produttivi/elevata richiesta i medicinali a base di pancrelipasi Creon* 10.000, Creon* 25.000 e Creonipe* 35.000 – spiega l’Aifa nella nota del 25 ottobre 2023, con il titolare/concessionario di vendita Viatris Italia Srl – sono attualmente distribuiti in maniera contingentata; tale situazione si protrarrà presumibilmente fino al 31/12/2025. La carenza non è dovuta a problematiche di sicurezza o qualità ed è stata già comunicata all’Autorità regolatoria in accordo alla normativa vigente”. L’Aifa invita, dunque, gli operatori sanitari sono invitati a prescrivere questi farmaci “solo per le indicazioni autorizzate, a informare i pazienti già in trattamento anche al fine di evitare fenomeni di accaparramento e a prescrivere Creon 10.000 e 25.000 e Creonipe 35.000 solo se strettamente necessario, nella minima dose efficace, e se per l’indicazione in questione non esistono valide alternative terapeutiche o se, per i pazienti in trattamento, non è possibile effettuare lo switch ad altri medicinali. Ciò al fine di garantire che le confezioni disponibili, in quanto limitate, siano utilizzate per le indicazioni per cui il medicinale non è sostituibile”.