Una succursale della Corte di San Giacomo dietro le mura discrete di una clinica d’elite nel quartiere londinese chic di Marylebone. E’ l’immagine, in questo scorcio d’inizio 2024, della London Clinic, ospedale vip che ha accolto oggi il secondo paziente di casa Windsor in pochi giorni: re Carlo III in persona stavolta, ricoverato per un intervento chirurgico condotto in porto nel giro di poche ore su una condizione “benigna” di prostata ingrossata, preannunciato dal palazzo con inedita trasparenza fin dalla settimana passata.
Un’operazione sulla carta di routine per il sovrano, la cui salute – a 75 anni compiuti e a poco più di 15 mesi dalla morte della madre Elisabetta II e dalla sua ascesa al trono dopo sette decenni d’attesa – tiene peraltro inevitabilmente il Regno Unito col fiato sospeso. Tanto più poiché va ad aggiungersi all’intervento cui 11 giorni fa è stata sottoposta Kate Middleton, 42enne principessa di Galles e consorte del delfino William: tuttora ricoverata nella medesima struttura, e nel massimo riserbo, dopo una procedura chirurgica all’addome di natura imprecisata, ma più delicata e coperta da ben altro alone di mistero, destinata a costringerla – prognosi alla mano – non solo a una degenza prolungata, ma ad almeno tre mesi di convalescenza lontana da qualunque impegno pubblico.
Sua Maestà, a differenza della nuora, è entrato in clinica sotto i riflettori delle telecamere, come a dare un messaggio tranquillizzante ai sudditi. Accompagnato dall’inseparabile Camilla, sua seconda moglie dopo la compianta Diana, elevata ormai a pilastro della monarchia (da “intrusa” che era). L’ingresso, seguito da una visita a Kate nella camera in cui si trova dal 16 gennaio, è stato preceduto da uno scarno comunicato di Buckingham Palace: vergato per trasmettere il grazie di Carlo “a tutti coloro che hanno inviato i loro auguri” e per esprimere soddisfazione per il fatto che “la sua diagnosi sta avendo un impatto positivo” – certificato dai dati del servizio sanitario nazionale (Nhs) – su un incremento in questi giorni di esami e procedure sul fronte della prevenzione o della reazione precoce a patologie della prostata nella fascia più a rischio, gli uomini over 50.
Pochi dettagli per il resto sulla tempistica dell’operazione, che secondo fonti ufficiose si è comunque svolta rapidamente e senza intoppi, benedetta dall’augurio di pronta guarigione fatto pervenire fra gli altri dal primo ministro Rishi Sunak per bocca di una portavoce di Downing Street. Il decorso “è buono”, ha detto nel pomeriggio una di queste fonti di corte alla Bbc. I media tuttavia precisano che il sovrano rimarrà prudenzialmente in clinica almeno “per una notte”. E, anche se nell’annuncio della settimana scorsa il palazzo aveva assicurato che il ricovero sarebbe stato breve, i tabloid fanno aleggiare già da giorni congetture su un possibile periodo post-dimissione di riposo (o attività ridotta al minimo) di “qualche settimana”.
La Bbc ribadisce in ogni modo come l’intervento non abbia avuto un impatto tale da richiedere aggiustamenti costituzionali di sorta sulle prerogative del Re in quanto capo di Stato. Niente supplenza formale, quindi, da parte del cosiddetto Consiglio di Stato dinastico. Organismo da cui resta per ora fuori gioco l’erede al trono William, impegnato ad assistere la moglie in ospedale e ad accudire i tre figli a casa; e in seno al quale ci si è limitati a rafforzare il ruolo della 76enne regina Camilla e dei principi Anna ed Edoardo (73 e 59 anni), fratelli del monarca superstiti nel servizio “attivo” della Firm: tutti chiamati a rappresentare Sua Maestà in una girandola d’impegni pubblici esterni per un tempo che resta ancora da determinare esattamente.