“Quando l’opinione pubblica si divide fra innocentisti e colpevolisti su qualche clamorosa vicenda di cronaca, ciò in genere non avviene sulla base di elementi processuali a carico dell’imputato o a suo favore raccolti e valutati osservando specifiche norme, ma per impressioni di simpatia o antipatia o, peggio, per adesione ideologica ed il clima generale rischia di influenzare negativamente la qualità degli stessi provvedimenti giudiziari”. Lo ha detto la procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni, durante il suo discorso nel corso della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario, facendo un riferimento implicito all’istanza di riapertura della strage di Erba portata avanti dal pg Cuno Tarfusser, sul quale, proprio per questa vicenda, pende un procedimento disciplinare. “L’eccessiva pressione mediatica sicuramente complica il lavoro del magistrato e lo trascina in un ambiente dove sono necessari competenze e strumenti estranei alla sua formazione e alla sua stessa funzione”, ha aggiunto.