Il 16 febbraio 2022 è la data della svolta, quella da cui tutto è cominciato. È il momento in cui Jannik Sinner ufficializza la separazione da Riccardo Piatti. Una rottura arrivata dopo circa 8 anni di lavoro, e a seguito della delusione per l’eliminazione ai quarti di finale degli Australian Open. Dopo 24 ore arriva l’annuncio di Simone Vagnozzi, dopo altri quattro mesi ecco quello di Darren Cahill. Sono gli artefici dell’esplosione di Jannik Sinner, quelli che hanno indicato la strada per la consacrazione, i grandi traguardi. Le guide che oggi siedono nell’angolo dell’azzurro provengono da mondi ed esperienze diverse. Chi sono Simone Vagnozzi e Darren Cahill?
Il primo è nato il 30 maggio 1983 ad Ascoli Piceno. Ex allievo di Massimiliano Sartori (come Andreas Seppi), Simone Vagnozzi da giocatore è entrato nel tabellone principale in 3 Slam su 4 in doppio, precisamente Roland Garros, US Open e Wimbledon, senza però andare oltre il primo turno. È in questa disciplina che ottenere le sue migliori soddisfazioni, raggiungendo il suo best ranking nell’aprile 2011 alla posizione numero 74. In coppia con Andreas Seppi arriva in finale nel torneo 250 di Bastad, perdendo però dal duo composto da Lindstedt e Tecău. A livello singolare invece sale fino al numero 161 nel novembre 2011, senza però mai disputare un tabellone principale di uno Slam. La svolta arriva però a 32 anni. Decide di appendere la racchetta al chiodo per diventare allenatore, e i risultati sono subito di ben altro tipo. A fine 2016 inizia a seguire Marco Cecchinato, che sotto la sua guida passa dal n. 180 al n. 16 del mondo, raggiungendo la semifinale del Roland Garros nel 2018 (dopo aver eliminato nei quarti Novak Djokovic) e aggiudicandosi ben tre titoli ATP (i 250 di Umago, Budapest e Buenos Aires). La crisi di risultati di Cecchinato del 2019 porta alla separazione tra i due. Così nello stesso anno Vagnozzi entra nel team di Stefano Travaglia. Con lui il tennista marchigiano entra per la prima volta nella top 100 e nel febbraio 2021 si spinge fino alla posizione numero 60 del mondo. Dopo però una serie di risultati negativi nel maggio 2021 il rapporto si interrompe. L’avventura con Jannik Sinner parte nel febbraio 2022. La scelta del giovane azzurro all’inizio lascia più di un dubbio, i quali però vengono velocemente cancellati dai risultati e dai miglioramenti tecnici che Sinner comincia ad introdurre nel suo gioco. Un’ascesa inesorabile merito del lavoro di Vagnozzi e non solo, perché nel giugno successivo arriva anche l’altro, Darren Cahill.
L’australiano non è un allenatore come gli altri, ma una delle figure di spicco del panorama del tennis. Ha dedicato tutta la sua vita a questo sport, prima da giocatore e poi da tecnico. Nato ad Adelaide il 2 ottobre 1965, nella sua carriera da giocatore si è spinto fino al n. 22 del ranking ATP, conquistando due tornei, Gstaad nel 1988 e San Francisco nel 1991. In doppio invece è entrato nella top 10, con 13 trofei vinti e una finale dell’Australian Open, senza dimenticare anche l’ultimo atto di Wimbledon 1987 nel doppio misto. Dopo essersi ritirato dal tennis giocato nel 1995 decide di diventare allenatore. Con lui un 20enne Lleyton Hewitt diventa il più giovane numero 1 della storia del tennis, a 20 anni e 8 mesi. Un record rimasto intatto fino al settembre 2022, con Carlos Alcaraz in vetta a 19 anni e 4 mesi. Il tutto condito dai titoli agli Us Open 2001 e Wimbledon 2002. Dopo Hewitt ecco l’avventura con André Agassi, all’epoca 32enne. I risultati del binomio arrivano presto: da numero 5 del mondo l’americano riesce ad arrivare al numero 1 (il più vecchio di sempre in quel momento), vincendo gli Australian Open 2003. Un’altra esperienza fortunata per Cahill è stata al fianco di Simona Halep, che ha conquistato il Roland Garros 2018 e la vetta del ranking WTA.