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BigMama: “Sono donna, grassa, rapper e queer: le ho tutte. Sono stata violentata e mi hanno tirato addosso delle pietre quando avevo 13 anni”

L'autoironia è una delle caratteristiche che maggiormente contraddistinguono BigMama. Un modo di fare, pensare ed autogiudicarsi che hanno assunto il ruolo di "scudo protettore" a seguito di un passato molto complicato

di F. Q.

Dal “bullismo fisico e psicologico, anche di violenza sessuale” alle “dodici sedute di chemioterapia” a causa del cancro che l’ha colpita due anni fa, fino ad arrivare al palco musicale più prestigioso d’Italia, quello dell’Ariston. Ci sarà anche Marianna Mammone, in arte BigMama, tra i 30 concorrenti della 74esima edizione del Festival di Sanremo. La voglia di conquistare il podio è alle stelle, anche se “ho paura di deludere soprattutto me stessa, le mie aspettative”, ha ammesso.

Sono donna, grassa, rapper e queer: le ho tutte“. L’autoironia è una delle caratteristiche che maggiormente contraddistinguono BigMama. Un modo di fare, pensare ed autogiudicarsi che ha assunto il ruolo di ‘scudo protettore’ a seguito di un passato (e, a tratti, di un presente) molto complicato. “Ho scritto il mio primo brano a 13 anni dopo che alcuni ragazzini mi hanno tirato delle pietre addosso per il mio aspetto fisico“, ha raccontato. Sarebbe qualche chilo (socialmente considerato) ‘di troppo’ ad aver attirato le perfide attenzioni da parte di alcuni bulli anche se, l’artista, si sente “bona così”, per come è.

Nessuna maschera, nessun filtro per la rapper, che ha fatto del genere musicale uno dei primi amori. La fonte di ispirazione? Salmo, considerato “il mio mentore, per non dire il mio Dio”. La spontaneità di BigMama sarà uno (dei tanti) punti di forza della cantante che, al festival, si presenterà con il brano dal titolo “La rabbia non ti basta“. Un singolo che è un atto di consapevolezza, come fosse una pagina svoltata dopo una complicata adolescenza. Un inno “non di vendetta”, che esprime al meglio la maturità della rapper. “Alle prime prove appena i violini hanno iniziato a suonare ho pianto tutte le lacrime che avevo, perché è stato il momento in cui ho capito che stava succedendo davvero”. Il sogno dunque, è solo all’inizio.

Icona della body positivity e del riscatto sociale davanti a pregiudizi e stereotipi: “Nella mia musica mi piace mettere sempre messaggi forti e questo è un pezzo che chiude un cerchio di rivalsa. Il senso è quello di non avere paura di credere in se stessi, di non farsi condizionare da quello che pensano gli altri; è anche un modo per scusarmi con la me bambina: se ti dicono che non puoi cantare perché sei grassa, perché sei donna, perché vieni da un paesino, fregatene“.

Un percorso (affrontato da giovanissima) di maturità che col tempo l’ha portata ad accantonare il sentimento di rabbia, spesso provato in passato: “Quando il mondo ti odia e le persone ti odiano, la prima risposta è l’odio: odiavo il mondo, odiavo gli altri, odiavo me stessa. Nei miei primi testi c’era tantissimo rancore, pensavo all’autolesionismo, al suicidio, sfogavo la rabbia su me stessa. Ma poi ho capito che le energie negative vanno trasformate in positive, che gli altri ti giudicano anche in base a come ti senti, a come ti presenti, in base alla proiezione che hai di te stessa. Per questo oggi dico che ‘la rabbia non ti basta’”, ha concluso BigMama.

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