A pagare lo stop dei finanziamenti all’agenzia Onu per Gaza (Unrwa) sono già ora gli abitanti della Striscia. Il direttore Philippe Lazzarini ha anticipato l’imminente stop alle operazioni per la distribuzione di aiuti da cui due milioni di persone a Gaza dipendono. “Nove Paesi (tra cui l’Italia, ndr) hanno sospeso provvisoriamente i loro finanziamenti all’Unrwa. Queste decisioni minacciano la nostra opera umanitaria nella regione, incluso e in modo particolare nella Striscia di Gaza”, ha dichiarato. L’Unrwa gestisce rifugi per più di un milione di persone e fornisce cibo e cure mediche di base. “I palestinesi di Gaza non avevano bisogno di questa ulteriore punizione collettiva“, ha sottolineato.

Stop da 9 Paesi – In scia alla decisione degli Stati Uniti, anche Gran Bretagna, Germania, Canada, Finlandia, Australia, Svizzera, Olanda e Italia hanno sospeso i finanziamenti all’agenzia dopo la diffusione della notizia, da parte di Israele, che 12 dipendenti dell’agenzia, subito licenziati, sarebbero stati coinvolti negli attacchi dello scorso 7 ottobre. Per l’Unrwa lavorano 13mila persone, dai 9 paesi che hanno sospeso i finanziamenti provengono il 56% dei soldi che riceve l’Agenzia. Israele chiede ora che l’Agenzia dell’Onu lasci la striscia di Gaza.

L’appello di Guterres: “Non chiudere l’Unrwa” – Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha chiesto agli Stati di “garantire la continuità” dell’Agenzia per i rifugiati palestinesi, l’Unrwa. “Pur comprendendo le loro preoccupazioni, e anch’io sono rimasto inorridito da queste accuse – ha scritto Guterres in una nota -, faccio appello con forza ai governi che hanno sospeso i loro finanziamenti almeno a garantire la continuità delle operazioni dell’Unrwa“. Guterres ha aggiunto che “Qualsiasi dipendente delle Nazioni Unite coinvolto in atti terroristici sarà ritenuto responsabile, anche attraverso un’azione penale“. Il segretario generale dell’Onu continua dicendo che “i presunti atti ripugnanti di questi membri dello staff devono avere delle conseguenze, ma le decine di migliaia di uomini e donne che lavorano per l’Unrwa, molti dei quali in situazioni tra le più pericolose per gli operatori umanitari, non dovrebbero essere penalizzati. I bisogni estremi della popolazione disperata devono essere soddisfatti”. Ha poi confermato che 12 dipendenti dell’Unrwa a Gaza sono interessati da queste “accuse estremamente gravi”, che sono oggetto di un’indagine interna dell’Onu: l’Unrwa ha licenziato nove di loro, di uno è “confermata la morte” e l’identità di altri due è “in via di chiarimento”, ha aggiunto.

“Serve cessate il fuoco” – “Israele ha preso di mira l’Unrwa per molti anni come parte del suo tentativo di liquidare la questione dei rifugiati”, ha dichiarato il consigliere del presidente palestinese, Mahmoud Al-Habbash, secondo una serie di tweet di AlQahera News, aggiungendo che “il Consiglio di Sicurezza dell’Onu è l’unico che può costringere Israele a cessare il fuoco e a contrastare i tentativi israeliani di liquidare la causa palestinese”. Nel frattempo il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza è salito a 26.422, secondo quanto afferma l’ultimo bilancio del ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas. Nelle ultime 24 ore, si sono aggiunte altre 165 vittime, mentre il bilancio dei feriti è salito a 65.087.

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