L’incantesimo si rompe, 47 anni, 7 mesi e 27 giorni dopo il Roland Garros di Adriano Panatta un italiano vince un titolo Slam. Il conto esatto del tempo trascorso lo avevo preparato pregustando la vittoria di Jannik Sinner a Melbourne ma dopo i primi due set, lo ammetto, lo avrei stracciato deluso. A quel punto l’impresa da compiere avrebbe dovuto acquistare una dimensione epica e così è stato. Il nostro campione si è trasformato in eroe. Un eroe quasi piegato, in una Rod Laver Arena incredula, da un Medvedev quasi impeccabile per un’ora. Il russo sembrava quello che nel 2021, agli US Open, aveva stoppato il sogno di Djokovic lanciato verso il Grande Slam.

Ma Jannik Sinner si è tenuto stretto il suo sogno perché aveva un appuntamento con la storia e, alla prima finale Slam della carriera, non voleva mancarlo. È nella storia del nostro tennis dopo una partita che è stata sintesi perfetta di una carriera. Sofferenza, smarrimento ma anche sapersi affidare ai consigli, pazienza, sacrificio, studio dell’avversario, tattica, consapevolezza e tenacia. Dal baratro si è rialzato, ha lottato nella pancia del match salvandosi con tre ace nel settimo game del quarto set, sul 3 a 3 quando tutto sembrava perduto. Ha tenuto il servizio e capito che si poteva vincere. Il sorpasso, nel punteggio, nei colpi e mentale nel match è stato graduale, come la crescita tecnica degli ultimi mesi di questo ragazzo che non ha ancora 23 anni.

Sinner ha trasmesso il suo sogno a noi, a tutti noi, la sua finale ci ha resi comunità come avviene solo per la Nazionale di calcio e qualche finale olimpica. Che avessimo davanti canederli o bucatini, gnocchetti o orecchiette, trofie, lasagne o una pasta con le sarde, in questa domenica ancora più italiana abbiamo brindato tutti insieme, bollicine di casa nostra ovviamente.

La sensazione di ebbrezza ci fa andare oltre, a ciò che potrà essere il futuro. Ma affinché questa impresa epica non resti isolata e si trasformi in epopea occorre stare a fianco all’eroe, che cadrà e si rialzerà, vincerà e perderà. La storia è fatta di picchi e baratri ma oggi su questo picco altissimo si è arrampicato un gigante, un titano di nome Jannik Sinner. E godiamocelo.

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