La "prima volta" a Sanremo con Zucchero, Elio e le Storie Tese che gli chiesero consigli per arrivare all'ultimo posto, il grande talento di Mia Martini. Il Maestro Beppe Vessicchio si racconta a FqMagazine
Il Maestro Peppe Vessicchio quest’anno non sarà a dirigere l’orchestra del Festival di Sanremo, ma ha rinnovato il suo impegno con Amazon Music con incontri e approfondimenti con i 30 artisti in gara alla kermesse di quest’anno. Tra una pausa e l’altra, abbiamo incontrato il direttore d’orchestra per farci raccontare i “suoi” Sanremo del cuore.
Quando è stata la prima volta a Sanremo?
Nel 1986 con Zucchero “Canzone triste (Canzone d’amore)”. Non c’era l’orchestra ma accompagnavamo i cantanti per i quali avevamo lavorato sul disco e mi trovai li per cercre di capire se la voe sulla base che andava bene e i consigli tecnici che si danno in queste circostanze
Invece la prima volta con l’orchestra?
Nel 1990, anno del grande ritorno dell’orchestra a Sanremo, ed eravamo non all’Ariston ma al Palafiori. Ebbi l’onore e la fortuna di fare il mio battesimo con Mia Martini e con Mango. Fu una cosa speciale per me.
Cosa ricordi di questi due agrandi artisti?
Erano due campioni di identità perché avevano due voce distinguibili e Mimì era così potente e forte e per la prima volta mi è capitato di sentirmi diretto dalla voce. È più facile capiti con uno strumento, ma sentirmi diretto da una voce e a mia volta convogliare tutto sull’intera orchestra è una cosa che capita raramente. Lei aveva un senso del racconto un grandissimo potere, per cui le dinamiche concordate in prove saltavano perché aveva dato un nuovo impulso alla canzone.
Quando ti sei emozionato al Festival?
Mi ha emozionato ovviamente la prima volta perché penso che la prima volta in generale come occasione per qualsiasi tipo di incontro linguaggio ed esperienza sia speciale. L’emozione forte l’ho vissuta con Ron quando ha cantato il brano ritrovato di Lucio Dalla, “Almeno Pensami”. Eravamo tutti con le corde tese per vibrare all’unisono nel nome di un artista e di un amico che è venuto a mancare. Ma c’è anche un altro aneddoto…
Quale?
Mi sono emozionato anche con Roberto Vecchioni nel 2011 perché partiva contro tutti i pronostici. In quel periodo c’era strapotere delle radio e RTL 102.5 aveva i Modà e c’era con loro Emma che aveva alle spalle un talent importante. Ma dalla prima volta con l’orchestra tutti ci hanno guardato irretiti da quello che era accaduto. Era il potere forte di quella canzone. Quando il brano ha raggiunto la terna per la quale si sarebbe espressa solo il televoto, avevamo capito che non c’era partita con serenità. Invece vinse proprio Vecchioni e questo succede con le parole che arrivano dritte al cuore, superando così le radio, le promozioni e il marketing.
Qual è stato il Sanremo più divertente?
Con Elio e le Storie e la loro “La Terra dei Cachi” nel 1996. Non avrei potuto fare il Festival perché ero ingaggiato da Canale 5 per “Buona Domenica” quindi ero impegnato. Ma il Festival finisce il sabato quindi si sarebbe potuto fare. Mi chiamarono per coinvolgermi non ci conoscevamo tranne per il batterista del gruppo che era anche batterista dell’orchestra di “Buona Domenica”. Aveva parlato con Elio e ci incontrammo per metterci d’accordo sulla partecipazione. Cominciammo sul piano ironico interessante e mi disse che loro avevano un obbiettivo fondamentale per il Festival: erano stati chiamati da Baudo perché erano borderline in tutti i sensi, poi perché volevano arrivare ultimi. Rimasi sbigottito perché non mi era mai successa una cosa del genere.
Come si è tradotto questo tentativo di ‘autosabotaggio’?
Cominciarono a chiedermi tutto ciò che di solito veniva preferito dai discografici e cantanti per mirare alla vetta della classifica. ‘C’è una zona dell’orchestra che non piace a produttori e cantanti?’ e io risposi gli strumenti a fiato che erano un po’ retrò, come i sax che sono quelli più incriminati e i clarinetti. Ecco hanno voluto inserire tutto questo apposta. La mappa di tutto ciò che avrebbe potuto remare contro.
E cosa è successo?
Così sono esibiti con la prima metà degli artisti nella prima serata. Poi andammo al ristorante per vedere la classifica provvisoria della prima serata, quando ci fu l’ultimo posto e non erano loro si dissero ‘vabbè niente di grave’, via via siamo arrivati al quarto posto ed erano tutti sbigottiti. Faso disse: siamo stati eliminati. Quella sera erano arrivati primi e loro rimasero imbambolati perché qualcosa non aveva funzionato, mentre tutti intorno gioivano per loro.