Il Consiglio comunale di Udine ha bocciato la proposta di concedere la cittadinanza al portiere del Milan Mike Maignan, offeso con ingiurie razziste durante la partita contro l’Udinese allo stadio Friuli, il 20 gennaio scorso. Per far passare la proposta non erano sufficienti i voti della sola maggioranza ma occorrevano i tre quarti dei voti dei consiglieri. A votare contro sono stati 13 consiglieri, a favore la maggioranza con 25 voti. La minoranza di centrodestra ha votato in modo compatto contro la proposta del sindaco Alberto Felice De Toni, a capo di una amministrazione di centrosinistra.

“Prendo atto con dispiacere che il centrodestra non è stato al nostro fianco in questo delicato momento. Si è persa l’occasione per dimostrare che la nostra città è unita e che si distanzia nettamente da ciò che è accaduto, che, per quanto frequente in diversi stadi e messo in atto da pochi singoli, non rappresenta minimamente la città. Né tanto meno i nostri tifosi”, è stato il commento a caldo del sindaco. “Il nostro intento era duplice: una forte presa di posizione, altamente simbolica, contro ogni tipo di discriminazione. E la difesa della nostra città e dei nostri tifosi da accuse ingiuste”, ha proseguito il sindaco.

De Toni ha fatto notare che molti ministri – Matteo Piantedosi, Andrea Abodi, Matteo Salvini – dello stesso colore dei consiglieri che hanno votato contro “hanno tenuto una linea durissima”. Diverso il tono dell’opposizione, affidato all’ex sindaco, il leghista Pietro Fontanini: “Sono convinto che la cittadinanza non debba essere conferita perché potrebbe sembrare un’azione riparatoria per una colpa che i friulani non ritengono di avere”. Per “prassi e tradizione – ha proseguito Fontanini – la cittadinanza onoraria si riconosce a personalità che hanno concretamente contribuito al benessere socio-culturale dei cittadini”. La vicenda di Maignan “non rientra in queste fattispecie”, che, tuttavia, “vanno senza dubbio, in modo fermo, condannate”.

Il portiere del Milan dopo aver sentito gli insulti arrivati da alcuni ultras dell’Udinese era rientrato negli spogliatoi, abbandonando il campo. L’arbitro Maresca aveva sospeso la partita per 5 minuti (e si è poi detto “molto dispiaciuto”) e diversi calciatori del club bianconero aveva portato la loro solidarietà al calciatore. Durissime erano state le reazioni di tutto il mondo del calcio, con il presidente della Fifa Gianni Infantino spintosi a chiedere una revisione delle regole per casi simile con la sconfitta a tavolino.

In seguito alla decisione del giudice sportivo, l’Udinese giocherà la prossima gara casalinga – in programma il 3 febbraio – a porte chiuse. Nelle sue motivazioni, il giudice sportivo ha sottolineato “la obiettiva gravità dei fatti descritti e riportati, che hanno comportato l’adozione delle misure previste dall’apposito protocollo procedurale contenuto nelle norme federali” e aveva rilevato “che non sono state riportate, durante e dopo i fatti, e nonostante i 2 annunci al pubblico, chiare manifestazioni di dissociazione da tali intollerabili comportamenti da parte dei restanti sostenitori”.

Finora sono stati individuati 4 responsabili dei cori contro Maignan. Uno di loro – che ha già ricevuto un Daspo, cioè il divieto di assistere a manifestazioni sportive, di 5 anni – ha ripetuto per ben 12 volte l’insulto razzista nei confronti del portiere francese del Milan. Il tutto era stato immortalato da un video, finito sui social nei giorni successivi al match, vinto poi dal Milan per 3-2 in rimonta negli ultimi minuti.

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