“Principessina, se la triste profezia si avverasse, bimba mia, non per questo morirai, ma nel sonno tu cadrai. E il tuo sonno cesserà se l’amor ti bacerà. Sia questo il più fulgido dei tuoi doni, che la speranza mai ti abbandoni”. La fata Serenella cerca di contrastare la maledizione che la Strega Malefica ha scagliato contro la principessa Aurora. La bella addormentata nel bosco, il film d’animazione prodotto dalla Walt Disney, con le parti musicali riprese dall’omonimo balletto di Čajkovskij, esce negli Stati Uniti il 29 gennaio 1959, distribuito dalla Buena Vista Distribution. La scarsa fortuna ottenuta nelle sale e presso i critici, a distanza di tempo si è trasformata in un successo – indiscutibilmente – fino a diventare un film epico anche a distanza di sessantacinque anni.

Nonostante nel frattempo il mondo sia cambiato, naturalmente. E con esso, le persone. Le ragazze e i ragazzi. Nonostante gusti e valori siano stati investiti da una serie incalcolabile di tsunami.

Certo è che, a dispetto dei tanti stravolgimenti e del tempo trascorso, La bella addormentata nel bosco di Walt Disney continua a dare forma alla omonima fiaba di Charles Perrault. Raccontando non solo una storia, che non può che risultare piacevole a tutti considerando il lieto fine, ma anche delineando dei modelli di comportamento. Insomma non solo quel che è buono/bello e quello che invece è cattivo/brutto.

Anche per questo motivo l’anniversario non dovrebbe esaurirsi con un ricordo, una celebrazione fine a sé stessa. Piuttosto potrebbe utilizzarsi l’occasione per soffermarsi su alcune tematiche trattate, su alcuni insegnamenti proposti. Una occasione senza limiti d’età, una possibilità per tutti. Per i più piccoli, ovviamente, che dovrebbero costruire le loro personalità anche attraverso letture “educative”. Come d’altra parte sono le fiabe. Ma anche per i “grandi”. Non solo per il desiderio di molti di loro di ritornare al passato generalmente più rassicurante. Piuttosto per ricordarsi alcuni comportamenti. Una lista di “cose da fare” e un’altra di azioni da evitare. In ogni modo. Avendo in ogni occasione, fiducia. In sé stessi e negli altri. E nel cambiamento, innanzitutto. Miscelando impegno e pazienza, in dosi variabili. Ma senza far mancare l’uno piuttosto che l’altra.

Fiducia, certo. Ma anche speranza. Quindi “il sentimento di aspettazione fiduciosa nella realizzazione, presente o futura, di quanto si desidera”. Con un punto fermo. La speranza è confusione nella quale provare a mettere ordine. Sapendo che non esiste una formula magica per sistemare.

Fiducia e speranza, insieme, costituiscono una porta aperta, soprattutto producono un sentimento di sicurezza e tranquillità. Nelle persone più “solide”, consapevolezza. Che è anche equilibrio. Nel pensare e nel dire. Nell’agire. Nel vivere. Lo straordinario e l’ordinario.
La bella addormentata nel bosco è un viaggio. Dall’Inferno al Paradiso. Una storia a lieto fine, come accade in tutte le fiabe. Anche per questo piace. Anche se ai bambini non si fa più vedere, quasi mai. Sbagliando, temo.

Vedere film come La bella addormentata nel bosco, leggere la fiaba di Perrault, suggerirebbero soprattutto ai più piccoli dei comportamenti. Abituandoli alla pazienza che va alimentata con fiducia e speranza. Sperando sempre “nel vissero felici e contenti”. Ma iniziando a capire che potrebbe non accadere. Le fiabe servono anche a questo: a far diventare grandi, senza ansie ma in maniera consapevole. Senza omissioni. Senza mai perdere il sorriso.

Per questi e mille altri motivi, auguri a La bella addormentata nel bosco di Walt Disney!

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