Esiste l’elisir di lunga vita? La risposta è sì, esiste. E sembra essere più semplice del previsto: basta bere tre sole tazze di tè al giorno. A rivelarlo uno studio della Sichuan University di Chengdu, in Cina, pubblicata sulla rivista The Lancet Regional Health – Western Pacific. E, per chi non amasse il sapore della bevanda, basta aggiungere un pizzico di sale. Artefice del bizzarro consiglio culinario è Michelle Francl, chimica americana, professoressa al Bryn Mawr College in Pennsylvania, che sostiene di aver trovato la ricetta del ‘tè perfetto’. L’idea, per quanto all’apparenza stravagante, non è nuova: l’ingrediente è menzionato addirittura nei manoscritti cinesi dell’VIII secolo, che Francl ha analizzato con cura per ottenere una formula che migliorasse il gusto del tè. “La novità è la nostra comprensione di ciò come chimici” ha detto Francl, spiegando che il sale aiuta a sopprimere l’amarezza della bevanda. “Proprio come avviene anche per il caffè e tutti gli altri alimenti – ha spiegato Francl – l’aggiunta del cloruro di sodio, più comunemente conosciuto come sale da cucina, è estremamente efficace nell’annullare la percezione dell’amaro da parte dei recettori del gusto che si trovano sulla nostra lingua, come dimostrato anche scientificamente”. “Un pizzico di sale può, dunque, fare la differenza”, ha osservato Francl, esortando gli scettici inglesi, da sempre amanti del tè, ad avere una mente aperta prima di giudicare in anticipo la sua ricerca, che ha documentato nel suo nuovo libro Steeped: The Chemistry of Tea, pubblicato dalla Royal Society of Chemistry. “Va bene sperimentare: fa uscire fuori lo scienziato che è in noi”, ha aggiunto ha sottolineato Francl.
Gli scienziati della Sichuan, per scoprire il segreto alla base della longevità, hanno esaminato i dati di quasi 14.000 volontari britannici e cinesi, rilevando che, grazie ai potenti composti presenti nel tè, il consumo di sole tre tazze di tè al giorno contribuisce a rallentare l’invecchiamento biologico. È scientificamente provato che il tè nero sia ricco di sostanze legate al miglioramento dello stato di salute del cuore, dell’intestino e del cervello. Studi sugli animali hanno anche suggerito che i flavonoidi, composti antinvecchiamento e antiossidanti capaci di contrastare l’azione dei radicali liberi, di cui il tè è ricco, possono allungare l’aspettativa di vita di vermi, mosche e persino topi. I ricercatori hanno analizzato i dati di 5.998 britannici di età compresa tra 37 e 73 anni e di 7.931 persone di età compresa tra 30 e 79 anni in Cina. I partecipanti sono stati interrogati sulle loro abitudini relative al consumo di tè, compreso il tipo, verde, nero, giallo o oolong, quello tradizionale cinese, e il numero di tazze consumate al giorno. Il gruppo di ricerca ha poi confrontato i marcatori dell’invecchiamento, tra cui la pressione sanguigna, il colesterolo e la percentuale di grasso corporeo, dei partecipanti per calcolare la loro età biologica. Gli scienziati hanno notato, in coloro che bevevano abitualmente tè, modelli che indicavano un invecchiamento biologico più lento. Questi avevano maggiori probabilità di essere di sesso maschile, consumare alcol e seguire una dieta più sana. Avevano, inoltre, meno probabilità di soffrire di insonnia e di sintomi di ansia.
“La ricerca suggerisce che il consumo di circa tre tazze di tè o di sei o otto grammi di foglie di tè al giorno è in grado di offrire i benefici anti-invecchiamento più evidenti”, hanno dichiarato gli autori. “Il consumo moderato ma constante di tè ha mostrato i maggiori benefici anti-invecchiamento”, hanno aggiunto i ricercatori. Coloro che hanno smesso di bere tè hanno, invece, mostrato un aumento dell’invecchiamento biologico. I polifenoli, le principali sostanze bioattive del tè, sono stati segnalati per modulare il microbiota intestinale, che potrebbe avere un effetto importante sulla regolazione dei cambiamenti legati all’età nel sistema immunitario, nel metabolismo e nella funzione cognitiva”, hanno osservato gli scienziati. Sebbene i ricercatori non abbiano esaminato se determinati tipi di tè influiscano sull’invecchiamento biologico, non sono state riscontrate differenze sostanziali tra i consumatori di tè nel Regno Unito e in Cina, dove sono più diffusi rispettivamente il tè nero e il tè verde. Inoltre, non sono state riscontrate differenze sostanziali tra tè caldo o freddo. Ma, tra i limiti dello studio, i ricercatori hanno annoverato il fatto che non hanno registrato le dimensioni delle tazze da tè utilizzate dai partecipanti.
Lo studio, inoltre, è stato solo di tipo osservazionale, quindi non può dimostrare che il consumo di tè sia responsabile del rallentamento dell’invecchiamento biologico. I britannici consumano circa100 milioni di tazze al giorno, ma la domanda, soprattutto tra i giovani, è diminuita negli ultimi anni a causa della crescente richiesta di caffè. Secondo Francl, alcuni piccoli accorgimenti possono avvicinare anche i non amanti del tè al consumo di questa benefica bevanda. “Anche se ognuno ha la propria opinione su ciò che rende perfetta una tazza di tè – ha suggerito Francl – consiglio di utilizzare il tè in foglie anziché in bustina, e di mescolare costantemente la bevanda”. “Oltre al pizzico di sale – ha consigliato Francl – si può aggiungere una piccola spruzzata di limone, che aiuta a rimuovere la ‘schiuma’ che a volte si forma in superficie”. Un altro suggerimento di Francl è quello di utilizzare tazze corte e robuste, per mantenere il tè più caldo, e di preriscaldare la tazza e il latte, aggiungendo quest’ultimo solo dopo aver versato il tè. Ma, il consiglio più importante è di non riscaldare l’acqua nel microonde. “Il tè meno salutare e non ha un sapore altrettanto buono”, ha precisato Francl.