Un acceso confronto sull’Ilva tra il senatore del M5s Mario Turco e il segretario generale della Uilm Rocco Palombella si è chiuso con l’invito a smetterla da parte del presidente della commissione Industria del Senato, Luca De Carlo, dove si stava tenendo l’audizione sul decreto ex Ilva varato dal governo in caso di nuova amministrazione straordinaria. Tutto è iniziato quando Turco ha ricordato a Palombella la firma di un’intesa per la cassa integrazione nel 2009 e si è poi rivolto a tutti i sindacalisti: “Pensate di garantire 20mila lavoratori con il ciclo a carbone, senza pensare a una diversificazione, all’ambiente e a una riconversione economica?”, ha chiesto Turco.

Le puntualizzazioni hanno spinto Palombella a rispondere duramente: “La cosa peggiore è quando non si riconoscono i propri errori, caro onorevole Turco. Io non sono andato il 24 dicembre a dire bugie ai lavoratori”, ha replicato ricordando la visita dell’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte negli stabilimenti di Taranto alla vigilia di Natale del 2019. “Non abbiamo assolutamente difeso il ciclo a carbone – ha detto ancora il leader della Uilm – L’accordo del 2018 prevede il passaggio ai forni elettrici. Ma se fermiamo gli altoforni senza avere i forni elettrici, significa chiudere lo stabilimento di Taranto come è chiuso Piombino, dove vennero promessi nel 2014″.

A Taranto – ha detto ancora – per “una riconversione giusta bisogna mantenere un minimo di produzione. L’inquinamento oggi continua perché gli investimenti che sono stati realizzati non hanno poi avuto manutenzione”. Un crescendo di toni che ha portato il presidente De Carlo a intervenire: “La invito a chiudere anche per la sua salute…”. E Palombella ha lasciato la parola assicurando che “ho tanti difetti, ma il mio cuore funziona ancora bene”.

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