Ora che tutti l’hanno in vista in catene, con mani e piedi legati, il caso di Ilaria Salis indigna il governo che inizia a muoversi con (timidi) passi formali nei confronti dell’Ungheria. Almeno pezzi dell’esecutivo, perché il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, cognato della presidente della Consiglio, preferisce non schierarsi, trincerandosi dietro un “non commento” poiché – sostiene – “non ho visto le immagini”. Il riferimento è al video trasmesso dal Tg3 dell’insegnante 39enne, detenuta a Budapest con il rischio di essere condannata a 11 anni di carcere, nel quale viene trasportata nell’aula del tribunale per l’udienza del processo con le mani ammanettate, i piedi legati e una guardia penitenziaria che la tiene alla catena.
Le condizioni di detenzione hanno indotto il ministro degli Esteri Antonio Tajani ad attivare la Farnesina. Martedì mattina è stato convocato l’incaricato d’Affari della ambasciata di Ungheria per “protestare” contro le “condizioni” in cui Salis “è stata detenuta e viene trattenuta durante le udienze” e richiamare “i principi cardine previsti dalla normativa europea e internazionale” sul “rispetto delle garanzie a tutela della dignità delle condizioni detentive, incluse le modalità di traduzione degli imputati in tribunale e delle garanzie di un equo processo”, ha spiegato il ministero.
Una mossa che però viene contestata dal padre della donna, Roberto Salis, che ha sottolineato: “Credo che l’ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice. Noi fino al 12 ottobre, quando mia figlia ha scritto una lettera, non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo nostra figlia. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell’Ambasciata italiana in Ungheria”. Una critica pesante che lascia trasparire la possibilità che il ministero degli Esteri – o quantomeno i diplomatici che hanno partecipato alle udienze – abbiano avuto un atteggiamento inerte di fronte alle condizioni per le quali, ora che le immagini sono pubbliche, protestano formalmente con il Paese guidato da Viktor Orban.
Su questo punto Antonio Tajani uscendo da Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri, ci tiene a precisare che “se vogliamo parlare in punta di diritto, Orban non c’entra niente. Non è che il governo decide il processo. La magistratura è indipendente”, replica il ministro degli Esteri alle domande dei giornalisti.
Un polverone politico-mediatico che non va giù a Budapest: “Una prigione è una prigione perché non fornisce i servizi di un albergo a più stelle! Negli istituti forniamo ai detenuti tre pasti al giorno, la qualità del cibo non è certo vicina allo standard di un ristorante stellato Michelin, ma soddisfa i requisiti di una dieta sana“, replica il Servizio carcerario ungherese in una nota, contestando le notizie sulla condizioni carcerarie. Dito puntato contro le affermazioni dell’ex compagna di cella di Ilaria Salis, Carmen Giorgio, pubblicate sui media italiani e ungheresi: “Sono semplicemente bugie, l’organizzazione penitenziaria le respinge categoricamente”, scrive il Servizio carcerario. “Riteniamo triste e immorale – aggiunge – che alcuni media riportino il ‘fango‘ di un ex detenuto senza consultare la controparte, trattandolo quasi come un dato di fatto”, aggiunge l’organizzazione sottolineando che “negli istituti il trattamento avviene in conformità alla normativa“.
Intanto sul fronte politico italiano tutte le opposizioni hanno chiesto durante la capigruppo del Senato che si svolga una informativa della premier Giorgia Meloni in Aula. Il M5s ha definito “scioccanti” le immagini di Salis “ammanettata in modo indegno nel tribunale di un Paese di cui Giorgia Meloni si vanta di essere amica”, dice il capogruppo alla Camera, Francesco Silvestri. “Chiederemo subito un’informativa urgente alla presidente del Consiglio – ha aggiunto – La gravità della situazione richiede informazioni e interventi immediati. Vogliamo capire se il governo, tramite la Farnesina, già sapeva delle condizioni di Ilaria. Ci auguriamo che Giorgia Meloni metta gli interessi dei cittadini italiani prima di quelli di Orban”. Anche il Pd chiede un “intervento” di Meloni nei confronti di Orban: “Non è accettabile che una cittadina italiana sia trattata in un tribunale europeo nel modo in cui è stata trattata Ilaria Salis”, ha sottolineato il presidente dei senatori dem Francesco Boccia.
“Vedere qualcuno in catene è orrendo e non ha senso. Ho pensato che Orban lo abbia fatto come provocazione… La cosa è in sè è ributtante, sono stupito che sia avvenuto, la nostra reazione dovrebbe essere più forte, anche visti i rapporti della nostra premier con Orban”, ha ricordato l’ex premier ed ex presidente della Commissione europea Romano Prodi su Sky TG24. Per Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, “potrebbe essere applicata una norma, la decisione quadro del 2009 del Consiglio europeo sul reciproco riconoscimento delle decisioni sulle ‘misure alternative alla detenzione cautelare’, che in questi casi prevede per il detenuto una serie di misure alternative, come i domiciliari”. Una possibilità rimarcata anche dai Giuristi Democratici che parlano di un utilizzo “disumanizzante e proibito nei nostri tribunali” delle manette e dei guinzagli a vita.