Assunti ma costretti a rinunciare al trattamento di fine rapporto. C’è anche questa contestazione nel decreto, emesso da pm di Milano Paolo Storari, nell’ultima inchiesta sui lavoratori di cooperative utilizzati attraverso società “serbatoio”. Questa volta nel mirino delle indagini sono finite la Chiapparoli Logistica spa e Consorzio Sal, attive nel settore della logistica per aziende farmaceutiche. Nel registro degli indagati tre amministratori tra cui la responsabile della spa Elena Chiapparoli e quello del consorzio Aronne Premi. I finanzieri hanno sequestrato oltre 41 milioni di euro (11 per la prima società, 30 per il Consorzio )per la frode fiscale innescata dall’uso di fatture per operazioni inesistenti a fronte della stipula di finti contratti di appalto per somministrare manodopera. Uno schema già svelato nelle altre inchieste gemelle su HL Supply Chain, gruppo GLS, Spumador spa, Salumificio Beretta, Spreafico spa, Movimoda, Uber, TNT, LIDL, Fiera Milano, Schenker, Aldieri spa, gruppo Cegalin – Hotelvolver, BRT, Geodis, Esselunga spa e Ups Italia. Molte delle inchieste sono state chiuse con l’assunzioni dei lavoratori.
La rinuncia al Tfr – Stando alle indagini in cambio della “assunzione diretta” da parte della Chiapparoli Logistica spa, “circa 500” lavoratori, la scorsa estate, avrebbero dovuto a firmare una “rinuncia espressa” al “credito per il Tfr maturato negli anni precedenti, durante i quali i ‘formali’ datori di lavoro” erano le “diverse società ‘serbatoio” usate nei rapporti di lavoro dalla spa. Una “condizione”, senza la cui “accettazione il dipendente non sarebbe stato assunto” dalla spa, che così ha “ottenuto di essere sollevata da ogni forma di responsabilità” sul Tfr, le indagini vanno avanti e già alcuni testimoni, sentiti nell’inchiesta, hanno “confermato” il meccanismo. Ci sarebbe stato, scrive il pm, per “numerosi anni”, almeno dal 2017, un “sistematico sfruttamento dei lavoratori” col classico schema della “transumanza” da una società all’altra, mentre di fatto lavoravano per la spa committente.
La transumanza – Le analisi sui dati relativi al periodo 2020-2023 da parte degli investigatori delle Fiamme gialle ha permesso di concludere che molti lavoratori, “pur prestando continuativamente la loro opera presso i diversi stabilimenti della Chiapparoli, nel corso di vari anni hanno formalmente cambiato (non per scelta propria) una o più volte il proprio datore di lavoro”. Stando alla procura “il 65% del personale ad oggi alle dipendenze di Chiapparoli è transitato” dalle cooperative. Nello specifico “circa il 36% di tali lavoratori” (279 persone)
“ha svolto la propria attività lavorativa presso altre 3 società serbatoio utilizzate dal Consorzio SAL”. E per essere assunti in 500 sarebbero stati costretti a rinunciare a soldi che gli spettavano per legge. Il pm ha anche chiesto al giudice per le indagini preliminari che disponga una misura interdittiva a carico della spa.
“Lo schema, la concorrenza sleale e i professionisti agevolatori” – Per la procura la società sarebbe “priva di qualsiasi presidio idoneo a selezionare i fornitori dei servizi di logistica in modo da evitare che gli stessi siano meri serbatoi di personale (controlli in ordine a eventuali compensazioni a fini tributari, al pagamento di Iva e contributi, alla non coincidenza tra amministratore di fatto e di diritto, al rapporto diretto tra Chiapparoli Logistica spa e i lavoratori, alla eventuale assenza di qualsiasi struttura organizzativa delle società fornitrici, al continuo cambio delle cooperative, al fenomeno della transumanza)”.
Per concretizzare tutto questo e seguire quello che viene considerato un vero e proprio schema interviene, “l’ausilio di diversi, a volte ricorrenti, professionisti agevolatori (commercialisti e consulenti del lavoro), che curano le formalità contabili e dichiarative al fine di creare le condizioni per la realizzazione degli illeciti” che si traducono, scrive il pm Storari, in “condotte che agevolano lo sfruttamento dei lavoratori e che determinano pratiche di concorrenza sleale” tramite dichiarazioni infedeli, l’omesso versamento dell’Iva o l’uso di fatture o documenti per operazioni inesistenti.
“Lo sfruttamento dei lavoratori” – L’ipotesi della procura è quindi che Chiapparoli Logistica utilizza Consorzio Sal che “provvede a reclutare la forza-lavoro attingendo dalle società cooperative aventi criticità fiscali tipiche dei cosiddetti ‘serbatoi di manodopera’. Per gli inquirenti la condotta di Chiapparoli Logistica spa, “di carattere fraudolento, dura da numerosi anni e ha comportato non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori ma anche ingentissimi danni all’erario: da ciò anche la formulazione di una richiesta di misura interdittiva formulata al gip”. Anche perché”la situazione di sfruttamento e illegalità è ancora in atto” e gli accertamenti sono ancora all’iniziale: “Dovranno essere verificate ulteriori serbatoi di personale, con le intuibili conseguenze in termini di danno erariale, che si presenta ingente” evidenzia il titolare dell’inchiesta che ha disposto il sequestro di cui quasi 12 milioni per la Chiapparoli Logistica spa.