La forte revisione al rialzo delle previsioni di crescita economica della Russia è il dato che più colpisce nelle nuove stime diffuse dal Fondo monetario internazionale. Il Pil di Mosca dovrebbe crescere nel 2024 del 2,6%, contro il + 1,1% stimato solo lo scorso ottobre. La performance russa si confronta con il deludente andamento dell’economia europea, le cui stime sono state invece ridimensionate. Il Pil dell’area euro di quest’anno è visto ora in aumento dello 0,9% (+ 1,2% la stima di ottobre). In particolare la Germania, oggi alle prese con una blanda recessione, chiuderebbe l’anno a + 0,5% (+ 0,9% la precedente previsione). Per l’economia italiana è prevista un’espansione dello 0,7%, in linea con la precedente stima. Dato invariato anche per la Francia (+1%). Il Fondo spiega che il forte rialzo della stima sulla Russia dipende da un 2023 chiusosi meglio delle attese grazie alla spesa militare e al buon andamento dei consumi privati, sostenuti dall’aumento delle retribuzioni in un mercato del lavoro a bassa disoccupazione. Emerge anche come, per ora, le ricadute delle sanzioni occidentali continuino a penalizzare più i paesi europei che hanno rinunciato a gran parte dei beni energetici russi a basso costo, piuttosto che la Russia che è riuscita a trovare in Asia nuovi mercati in grado di assorbire le sue esportazioni.
Il Fmi ha alzato anche le stime sul Pil cinese che rimane comunque su valori bassi per i canoni pechinesi. L’economia dovrebbe espandersi del 4,6%, ovvero 0,4 punti percentuali in più rispetto alle stime precedenti. Buone notizie anche per gli Stati Uniti, con una previsione di crescita alzata al 2,1% nel 2024 dal precedente + 1,5%. Si scuriscono le prospettive dell’Argentina a guida Milei con quella che è probabilmente la revisione più forte in negativo. Il Pil è visto in contrazione del 2,8%, a fronte di una precedente stima che indicava un incremento del 2,8%. Se riuscirà a superare questo scoglio il Fondo vaticina però un mini boom nel 2025 (+ 5%).
“La nostra previsione è che la Fed (la banca centrale americana, ndr) inizi a tagliare i tassi di interesse dalla seconda metà dell’anno”, ha detto il capo economista del Fondo Monetario Internazionale Pierre-Olivier Gourinchas illustrando i nuovi dati. Lo staff del Fmi stima infatti che i tassi resteranno ai livelli attuali per la Fed, la Bank of England e la Bce fino alla seconda metà del 2024 prima di calare gradualmente con l’inflazione che si muove verso i target. “Siamo molto lontani da uno scenario di recessione” per l’economia mondiale. ha aggiunto Gourinchas, rispondendo a chi gli chiedeva se ci fossero chance di una recessione globale o in alcune aree.