La pista olimpica per il bob a Cortina si farà, anche se alla fine potrebbe risultare inutile per i Giochi invernali 2026. Poco importa se il parere del Comitato Olimpico Internazionale è stato negativo. Poco importa se il medesimo concetto è stato ribadito dalle Federazioni internazionali degli sport di scivolamento, preoccupate per la ristrettezza dei tempi. Poco importa se la stessa società Infrastrutture Milano Cortina 2026 (Simico), incaricata dal governo di costruire l’impianto per renderlo collaudabile fra 13 mesi, ha invitato a tenere comunque aperta l’alternativa di ricorrere a un’opera già esistente. Il consiglio di amministrazione di Fondazione Milano-Cortina (ente organizzatore), ha accolto “con ottimismo” la proposta, che sarà inviata al Cio non appena Simico firmerà il contratto di affidamento dei lavori all’impresa Pizzarotti. Il che farebbe pensare a un via libera. Per il momento, però, non ci sono né l’assegnazione, né il contratto, mentre il consiglio di amministrazione di Simico è in scadenza, per decreto del governo. In ogni caso, Fondazione continuerà a verificare la possibilità di trovare una struttura diversa, a dispetto del fatto che quella di Cortina resti un cantiere aperto o si concluda fuori tempo massimo.
LA PISTA LEGHISTA – Una giornata convulsa, tra Roma e Milano, sembra aprire la strada alla costruzione ex novo della pista “Eugenio Monti”, che a questo punto diventerebbe a tutti gli effetti la pista della Lega, con la benedizione del governo. L’ha voluta fortissimamente il governatore del Veneto, Luca Zaia. L’ha resa possibile il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, con un progetto-light commissionato all’ultimo minuto, visto che non si trovavano imprese disposte a fare i lavori per gli scarsi margini di guadagno di quello precedente. Il governo ha dato il via libera, visto che la decisione maturata a Milano, seppur con molte ambiguità e aree nebulose, è venuta un’ora dopo che il consiglio dei ministri ha messo pesantemente le mani sulla governance dei Giochi Olimpici, ordinando la nomina di un nuovo cda di Simico. È così maturato un via libera ancora interlocutorio per l’infrastruttura dal costo complessivo di 124 milioni di euro, in un’ambiente montano di grande pregio, contro gli allarmi delle associazioni ambientaliste e il voto della Camera che aveva invitato a trovare soluzioni alternative a Cortina.
FONDAZIONE NON VOTA – Il comunicato diramato dopo il cda di Fondazione è un capolavoro di “detto” e “non-detto”, anche se a prima vista sembra un “ok” alla soluzione Cortina. Dopo la relazione del Presidente Giovanni Malagó e dell’ad Andrea Varnier, viene “espresso ottimismo sulla vicenda dello sliding Centre di Cortina d’Ampezzo, in attesa che Simico sottoscriva il contratto con l’azienda appaltatrice”. È un modo per sottolineare che il contratto non c’è. “L’eventuale decisione di affidare i lavori confermerebbe quindi il masterplan originario che individuava già la Regina delle Dolomiti come la sede degli sport di scivolamento”. Parole sempre al condizionale.
CIO CONTRARIO E SOLUZIONE “B” – Fondazione indica alcuni elementi di criticità tuttora esistenti nella soluzione Cortina. Rimarca, innanzitutto, l’esistenza di “pareri negativi pervenuti dal Comitato Olimpico Internazionale (Cio) e dalle Federazioni Internazionali, preoccupati dalle strette tempistiche che l’opera impone”. Si dice ufficialmente per la prima volta che a Losanna sono contrari, perché vogliono certezze sulla realizzabilità che al momento non hanno. In un passaggio ulteriore viene svelata una novità: esiste una “comunicazione di Simico dello scorso 3 gennaio con cui si consigliava di mantenere aperte eventuali soluzioni alternative”, che risale a pochi giorni dopo il 29 dicembre 2023, quando era stata bandita la nuova gara (valore 82 milioni di euro, ma il costo totale della pista è di 124 milioni). Per questo Fondazione, facendo proprie le preoccupazioni del Cio, “ha deliberato di non interrompere il dialogo con gli altri impianti esistenti e funzionanti, dando mandato all’Amministratore Delegato di proseguire il lavoro di negoziazione di un eventuale piano B che, anche in questo caso, richiederà un extra budget”.
GLI EXTRA-COSTI – Le criticità non sono finite. “Il CdA del Comitato Organizzatore ha preso atto che l’eventuale decisione di Simico comporterebbe un extra budget per la realizzazione di alcuni allestimenti, ad oggi non previsti e necessari per lo svolgimento delle gare”. Si tratta di esborsi supplementari dovuti al fatto che il progetto-light voluto da Salvini ha fatto sparire alcuni edifici, richiedendo di supplire con servizi mancanti e con nuove spese. Su questo verrà aperta “un confronto con le istituzioni competenti”. Chiederanno soldi. Un extra-budget è però previsto anche in caso di trovare una soluzione all’estero, nell’ordine di almeno 20 milioni di euro.
CHI FIRMERA’ IL CONTRATTO? – A questo punto è legittima la domanda (anche per le implicazioni che potrebbe avere con la Corte dei Conti): chi firmerà il contratto con Pizzarotti per assegnare i lavori, atto che Fondazione ritiene imprescindibile per mandarlo al Cio (la cui convocazione è questione di ore)? Può farlo l’ad di Simico, Luigivalerio Sant’Andrea, che ha i poteri del commissario straordinario. Però il cda Simico è stato dimissionato dal decreto del governo firmato un’ora prima del cda di Infrastrutture. Non cambia il numero di 5 consiglieri, ma le persone sì, perché Salvini sceglierà un delegato al monitoraggio e alla rendicontazione. Sant’Andrea se la sentirà di mettere la firma, senza la certezza di essere riconfermato? Se ciò non fosse, bisogna attendere che sia insediato il nuovo cda di Simico, per la firma di un contratto che prevede comunque dei tempi tecnici di attuazione. Il gruppo Pizzarotti ha risposto a un bando che prevede l’avvio dei lavori (con l’apertura dei cantieri) al 15 febbraio. Dopo quella data si entrerebbe in una terra di nessuno (i test di pre-omologazione non potranno avvenire dopo il marzo 2025), sicuramente più buia delle nebbie che ancora incombono sulla pista da bob di Cortina.