I cinque figli di Silvio Berlusconi, morto lo scorso 12 giugno, si sono costituiti parte civile nel processo a carico di Giovanna Rigato, ex ospite delle “cene eleganti” di Arcore accusata di aver tentato di estorcere un milione di euro al leader di Forza Italia. L’ex concorrente del Grande fratello è imputata, secondo l’accusa, per aver chiesto prima 500mila euro poi un milione di euro in cambio del suo silenzio su quello che avveniva a Villa San Martino. Gli eredi dell’ex premier avrebbero potuto rinunciare, ma oggi in Tribunale a Monza – assistiti dall’avvocato Giorgio Perroni – hanno comunicato che il dibattimento proseguirà. Si torna in aula il prossimo 17 aprile. Rigato, difesa dall’avvocato Stefano Gerunda e dal collega Corrado Viazzo, ha sempre negato ogni addebito.

“Berlusconi è una persona che io stimo molto, è una persona che se ho bisogno di qualsiasi cosa soprattutto di un consiglio, la cosa più preziosa per me, è disponibile e reperibile” diceva il 26 novembre del 2012 Rigato, intervistata dopo una udienza al processo Ruby, dichiarando di percepire 50mila euro da Mediaset. “Sono diventata giornalista, vorrei farei la conduttrice…” aveva detto ai cronisti. Il nome della Rigato era poi ricomparso nella lista delle cosiddette Olgettine che, secondo la Procura di Milano, ancora ricevevano soldi da Silvio Berlusconi fino a gennaio 2016.

Ma l’ex premier l’aveva denunciata. A differenza delle altre ragazze come spiegava anche lei nel 2012 non ha mai ricevuto soldi direttamente da Berlusconi, neppure i 2.500 euro che per un lungo periodo l’ex Cavaliere ha elargito ogni mese per “risarcire” le ragazze dei danni di subiti a causa delle inchieste. A luglio scorso, Rigato si sarebbe presentata ad Arcore in compagnia di un amico per un colloquio chiedendo prima 500mila euro e poi un milione. La minaccia sarebbe stata rivolta a uno dei legali del leader di Forza Italia che poi ha presentato denuncia. La donna aveva anche mandato una mail direttamente al pm di Milano Luca Gaglio, titolare dell’inchiesta con Tiziana Siciliano, in cui spiegava che voleva fare dichiarazioni inviando anche una copia a Berlusconi. La Rigato era stata poi interrogata dagli inquirenti.

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