Il veleno del ranocchio sarebbe in grado di uccidere animali di piccola taglia ed, inoltre, la tossina prodotta dalle ghiandole, veniva usata dalle popolazioni indigene per cacciare
Aveva con sé 130 rane velenose ed è stata arrestata all’aeroporto di Bogotà. Non ha convinto gli agenti la motivazione della donna sul perché doveva portare un numero così considerevole di ranocchi altamente pericolosi. Secondo quanto riportato da Adriana Soto, Segretaria all’Ambiente della capitale, la passeggera aveva dichiarato che le rane erano state un dono di una comunità locale. Aperto il bagaglio della viaggiatrice, sono state trovate le rane, nascoste in contenitori di plastica. La donna è stata quindi arrestata con l’accusa di contrabbando di animali selvatici. La specie di anfibio prelevata, inoltre, avrebbe un alto valore, se venduta a privati: si stima infatti che gli acquirenti siano disposti a spendere fino a 1000 euro pur di avere con sé l’animaletto.
Come scritto dalla BBC, le rane arlecchino in questione hanno piccole, ma “fatali”, dimensioni. Misurerebbero la grandezza di un pollice umano, ma attenzione a non farsi ingannar dal loro aspetto apparentemente innocuo. Il veleno del ranocchio sarebbe in grado di uccidere animali di piccola taglia ed, inoltre, la tossina prodotta dalle ghiandole, veniva usata dalle popolazioni indigene per cacciare. Le rane arlecchino si possono trovare facilmente nelle foreste umide lungo la costa del Pacifico tra l’Ecuador e la Colombia, e in altri paesi dell’America centrale e meridionale, anche se, rischiano sempre di più l’estinzione.