Lo sfogo dello scrittore-alpinista: "Ogni parola che si dice è suscettibile di querela, è impossibile oggi parlare pubblicamente"
“Italiani ascoltate bene perché qui si rasenta la tragica ridicolaggine”. La puntata di È sempre Cartabianca del 30 gennaio si apre con Mauro Corona che torna sulla querela di Aurelio De Laurentiis leggendone il contenuto. Dalle parole dello scrittore si deduce che durante la pandemia di Covid-19, in una puntata del talk allora in onda su Rai3, lui e Berlinguer avessero detto che il presidente del Napoli si era recato a una festa della Lega Calcio con la febbre alta: “Tribunale di Roma” legge l’alpinista “Berlinguer Bianca Maria e Corona Maurizio imputati del delitto […] La conduttrice affermava: ‘Sapendo di avere la febbre e altri disturbi De Laurentiis è andato alla festa della Lega Calcio con la febbre alta’. Questo è il delitto di cui siamo imputati. Qui siamo al ridicolo tragico“.
Mauro Corona va avanti: “Quest’uomo potente a volte anche aggressivo che si aggrappa su di me perché ho detto forse aveva la febbre… sono queste le cose di cui occuparsi oggi? Almeno se mi sfidava a duello io rispondevo anche per lei Bianchina, la difendevo. L’8 ottobre noi saremo incarcerati e spero ci metteranno in cella insieme perché senza di lei non resisto […]”. Bianca Berlinguer osserva: “A me non è arrivata questa convocazione, come mai? Sarà arrivata alla Rai. Mauro secondo me De Laurentiis non poteva immaginare il guaio in cui si è messo facendole questa querela”. Lo scrittore replica: “Caro De Laurentiis sappi che io dopo il Milan e l’udinese terrò sempre al Napoli […] O vengo qui e sto zitto… perché ogni parola che si dice è suscettibile di querela, è impossibile oggi parlare pubblicamente”. E chiosa: “Allora penso di ritirarmi nella mia grotta e non apparire più”.