In Francia è arrivato il primo Sì per inserire nella Costituzione l’aborto come “libertà garantita”. La sera del 30 gennaio infatti, l’Assemblée Nationale ha votato a stragrande maggioranza la riforma costituzionale. A favore 493 voti, contro solo 30: compatta tutta la sinistra per il via libera, mentre a destra non sono mancate le spaccature. Tra i Repubblicani, come riferito da le Monde, ci sono stati 15 contrari, 4 astensioni e 40 sì; nel Rassemblement National di Marine Le Pen i sì sono stati 46, 12 i contrari e 14 le astensioni.

Ora il testo passa al Senato, dove però non può subire modifiche altrimenti l’iter dovrà ricominciare da capo. Già la formulazione in “libertà” e non “diritto” è stato frutto di una mediazione e ora si vedrà se il compromesso sarà sufficiente per avere i voti e andare avanti. Si tratta infatti di una riforma costituzionale e, dopo l’approvazione delle due Camere, dovrà passare poi l’esame del Parlamento intero riunito in congresso (e avere l’ok dei 3\5 dei voti). Altrimenti sarà sottoposto a referendum. Quindi per la proposta, spinta dallo stesso Emmanuel Macron dopo la decisione della Corte suprema Usa contro l’aborto, il percorso è ancora lungo e tortuoso. E, soprattutto, dovrà fare i conti con le nuove dinamiche parlamentari e gli effetti del cambio di esecutivo. “Mi preparo a portare il vostro messaggio al Senato”, ha dichiarato subito dopo l’approvazione il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, all’annuncio dei risultati della votazione.

“Siamo alle soglie della storia”, ha detto la deputata de la France Insoumise Mathilde Panot durante il dibattito in Aula. “La Francia diventerà il 1° Paese al mondo a sancire il diritto all’aborto nella sua Costituzione”. Proprio la parlamentare aveva presentato una proposta di legge simile per inserire l’aborto in Costituzione. E oggi dice: “Questa vittoria è una vendetta contro la vergogna, la segretezza, il silenzio, la sofferenza e la morte che centinaia di migliaia di donne hanno dovuto sopportare”. Ora però la palla passa al Senato, dove gli ostacoli sembrano già essere molti. “Questo è un messaggio potente per tutte le femministe del mondo”, ha scritto su X la senatrice dei Verdi Mélanie Vogel. “Ora il Senato deve ancora approvare la legge. Sono fiduciosa che troveremo una maggioranza per rendere questo diritto irreversibile”.

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