“È assurdo che questa Salis in Italia faccia la maestra. Non può fare quel lavoro”. “Se lei non può fare la maestra, allora lui non può fare il ministro“. Salvini attacca, Elly Schlein risponde. Al centro la figura di Ilaria Salis, l’attivista 39enne italiana a processo in Ungheria per l’aggressione a due militanti di estrema destra. Le immagini della donna incatenata in un’aula del tribunale di Budapest hanno accesso il dibattito interno nel governo, con le forze di maggioranza che hanno dimostrato di non avere una linea comune. Ora, però, lo scontro si allarga a tutto il Parlamento, con la segretaria del Pd che ha accusato duramente il vicepremier per le parole pronunciate in giornata. Il caso, quindi, da giudiziario è diventato anche (e soprattutto) politico.

Le parole di Salvini – “È assurdo che questa Salis in Italia faccia la maestra. Non può fare quel lavoro” ha detto il leader del Carroccio in una videointervista a Repubblica, prima di ricordare l‘altro procedimento nei confronti della docente, per un presunto attacco a volontari leghisti. Un caso, quest’ultimo, che effettivamente non esiste: mentre infatti la Lega parla di processo ancora in corso, il legale di Ilaria Salis ha fatto sapere che la sua assistita è stata assolta perché il fatto non sussiste. In pratica, la donna aveva preso parte al corteo in questione, ma non aveva partecipato al blitz contro il banchetto della Lega. Per Salvini è un particolare di poco conto: “Vi pare normale che una maestra elementare vada in giro per l’Europa, e adesso scopro anche in Italia, a picchiare e sputare alla gente?”.

La risposta di Elly Schlein – Non si è fatta attendere la presa di posizione del Partito democratico. A sentire Elly Schlein “la Lega anziché battersi per non vedere calpestata la dignità di una cittadina italiana si mette a rovistare nel suo passato, ancora prima che sia pronunciata sentenza ha già deciso la colpevolezza, e mette altre catene ai polsi e alle caviglie di Ilaria Salis richiamando accuse su cui è già stata assolta”. Poi l’accusa, durissima, al vicepremier nonché ministro dei Trasporti: “In questa nostalgia di Medioevo dove sparisce la presunzione di innocenza Salvini” fa “affermazioni di un paternalismo insopportabile, ma se sostiene che chi è accusato di lesioni non possa fare la maestra viene da chiedergli come possa, chi è accusato di sequestro di persona, fare il ministro”. Chiaro il riferimento al processo Open Arms, dove Matteo Salvini è imputato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver impedito, quando era ministro dell’Interno, lo sbarco dei migranti salvati dalla nave dell’ong spagnola.

“Secondo Salvini il garantismo vale solo per lui” – Nello scambio di accuse, da sottolineare la dichiarazione di Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato: “Nelle democrazie, ogni cittadino è innocente fino a sentenza passata in giudicato e si processano i reati, e non le idee. Evidentemente – ha detto l’esponente renziano – per la Lega questi principi sono desueti, al punto da venir meno agli elementari principi del garantismo. Che per Salvini valgono solo nel suo caso – ha continuato – quando compare davanti ai giudici a Palermo, ma non devono valere per altri cittadini italiani che hanno il difetto di pensarla diversamente”. Lo afferma il senatore Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato. “Per noi, invece, le idee di Ilaria Salis non devono essere in alcun modo di nocumento ai suoi diritti. Anzi – ha proseguito Borghi – proprio perché la può pensare anche diversamente da noi, ribadiamo che essa abbia diritti fondamentali che devono essere rispettati e garantiti. Innanzitutto dal governo italiano, e da un vice premier che ha giurato sulla Costituzione italiana e non su quella ungherese”.

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