Mentre in alcune scuole d’Italia arriva l’ora di intelligenza artificiale, e le aule degli istituti scolastici vengono lentamente invase dai dispositivi elettronici, come previsto dal Pnrr per la digitalizzazione della didattica, sui rischi e i benefici di ricorrere ad AI nel campo dell’istruzione gli insegnanti sono divisi. Il 52% dei docenti – per la maggior parte over 55 – si ritiene contrario, il 48% – soprattutto under 35 – è invece favorevole. Il dato emerge dall’indagine realizzata su un campione di 600 insegnanti da Swg per la Gilda degli Insegnanti. Tra i temi esaminati, oltre all’introduzione dell’Intelligenza artificiale, anche l’autonomia differenziata – a cui si oppone il 54% dei docenti – e l’elezione del Preside da parte dei docenti.

L’intelligenza artificiale a scuola – Risale a novembre 2023 la pubblicazione del primo documento globale sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale – la Guidance on Generative Ai in Education and Research dell’Unesco. Ancora più recente, di dicembre 2023, è l’accordo sull’AI Act, la prima legge europea sull’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di garantire la protezione dei diritti fondamentali, della democrazia e dello Stato di diritto. Il tema, insomma, è giovane, e ancora divide e spaventa. La fotografia che emerge dal sondaggio lo conferma. Il campione che ha risposto al questionario si divide infatti a metà sull’approccio all’innovazione tecnologica: il 52%, per la maggior parte over 55, si ritiene contrario all’Intelligenza Artificiale, d’altra parte, il 48%, soprattutto under 35, ha un approccio positivo. La maggioranza la ritiene utile per la burocrazia scolastica (44%), per i programmi e i materiali didattici (41%) e per la formazione dei docenti (37%). Il 47% vede più rischi che benefici nell’introduzione dell’AI per l’insegnamento in aula, il 55% nel rapporto tra scuola e famiglia e il 63% nello svolgimento dei compiti a casa.

“Noi della Gilda degli Insegnanti siamo convinti che l’IA possa essere uno strumento prezioso per la scuola, ma che sia necessario utilizzarla in modo consapevole e responsabile. Tuttavia è importante che il ruolo dell’insegnante, protagonista del processo educativo, non venga sminuito o addirittura sostituito”, afferma il Coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio. Uno strumento considerato comunque vantaggioso dal 56% dei docenti – dato che sale al 66% tra gli under 35 – ma visto come minaccioso e pericoloso dal restante 29%, con una maggiore incidenza tra i docenti del liceo. “Il sondaggio conferma che l’intelligenza artificiale è una rivoluzione che sta cambiando il mondo e che non può essere ignorata dal sistema scolastico, nonostante persista una forte divisione tra favorevoli e contrari. E’ una divisione legata principalmente al gap generazionale, i docenti più giovani la vedono un’opportunità, i più anziani sono preoccupati per i rischi che potrebbe comportare”, aggiunge Di Meglio.

L’autonomia differenziata, i presidi, la scuola-azienda – Altro tema esaminato dal sondaggio è quello dell’autonomia differenziata – così come prevista dal Ddl Calderoli approvato al senato con 110 voti favorevoli, 64 no e 3 astenuti il 23 gennaio 2024. La maggior parte (65%) dei docenti italiani si ritiene contrario, e di riflesso ai timori espressi dalle opposizioni sui rischi di penalizzare soprattutto il meridione e incrementare lo iato nord-sud, a dirsi contrari sono soprattutto gli insegnanti del Centro-Sud. Ad essere invece favorevole è solo il 35%. Sul tema si era espressa anche la Flc Cgil, il sindacato dei lavoratori della conoscenza, secondo cui l’introduzione mette a rischio “la missione principale della scuola ovvero la costruzione della cittadinanza, la condivisione di valori e il senso di appartenenza, che fondano la convivenza democratica”. I dati della Gilda rivelano anche un generale scetticismo nei confronti di un’autonomia scolastica che ha attribuito la Dirigenza ai Presidi. Il 63% degli insegnanti interpellati si dice favorevole ad una riforma che preveda l’idea di un Preside Elettivo, votato ogni 4 anni e nominato dai docenti della scuola. “Ci troviamo d’accordo con gli insegnanti, l’autonomia differenziata, come abbiamo sempre sostenuto, mina le basi di un Sistema Scuola inclusivo e rischia di disgregare il sistema nazionale con tanti sistemi educativi di istruzione e formazione, significherebbe cristallizzare le differenze invece che migliorare. Non solo, c’è anche un problema culturale, se accentuiamo le divisioni, in un Paese che è già troppo diviso, rischiamo di creare un serio problema” dice Rino Di Meglio. Il sondaggio si occupa anche dell’introduzione di un Consiglio Superiore della docenza per vigilare sul corretto utilizzo delle sanzioni disciplinari, accolto con favore dal 55% degli insegnanti. L’istituzione di un organo di vigilanza esterno per la valutazione delle sanzioni disciplinari degli insegnanti è invece visto in maniera negativa dal 49% degli over 55enni, mentre il 48% degli under 45enni lo vede con favore. Il 73% non vuole una scuola-azienda e 7 insegnanti su 10 non gradiscono l’accorpamento degli istituti.

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